Famiglie sinti, “dopo otto mesi un problema senza soluzione”

sinti in corteo a Gallarate

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della rete delle associazioni e delle famiglie di via Lazzaretto, rivolto “al Prefetto, al sindaco e alla nuova assessora del Comune di Gallarate”

 

UN PROBLEMA ANCORA SENZA SOLUZIONE

A distanza di otto mesi dallo “sgombero” e ben di oltre un anno dall’avvio dell’iniziativa da parte del Comune di Gallarate, numerose famiglie sinte che avevano le proprie abitazioni in via Lazzaretto 50 non hanno ancora potuto trovare una soluzione abitativa, nonostante gli appelli al dialogo e al confronto per l’individuazione di possibili soluzioni condivise.

Solo 5 famiglie, fra quelle che hanno subito l’allontanamento dalle proprie abitazioni, hanno ottenuto un alloggio popolare temporaneo. Le altre sono tuttora presenti in Gallarate, città nella quale sono residenti da diversi anni e nella quale i figli frequentano le scuole, senza poter trovare una soluzione abitativa adeguata, non potendo accedere al mercato immobiliare per precarietà lavorativa e condizioni economiche. A settembre riapriranno le scuole e i ragazzi non avranno ancora una casa.

UNA SOLUZIONE DEVE ESSERE TROVATA

Per questo la rete di associazioni, assieme alle famiglie di via Lazzaretto 50, si è rivolta al Prefetto, al Sindaco e alla nuova Assessora ai servizi sociali del Comune di Gallarate, chiedendo:

· Che in attesa dell’apertura dell’Avviso pubblico per l’assegnazione delle unità abitative dei servizi abitativi pubblici, degli esiti dello stesso e delle conseguenti assegnazioni delle case disponibili, venga concessa proroga della assegnazione di alloggio popolare temporaneo per le 5 famiglie che ne sono beneficiarie, fino alla eventuale assegnazione definitiva, così da evitare che anche tali famiglie, con i numerosi minori, da fine settembre restino ad abitare per strada.

· Che si verifichi la possibilità di analoga idonea soluzione temporanea anche per le altre famiglie con minori e per gli anziani rimasti esclusi al momento della assegnazione del primo gruppo, ma i cui bisogni e disagi abitativi restano presenti e che sono costretti da mesi ad abitare in modo precario e senza fissa dimora in attesa di soluzioni accettabili.

· Che, in alternativa, subordinatamente, il comune preveda l’assegnazione, eventualmente dietro corrispettivo, di spazi idonei alla realizzazione di mini aree temporanee per i nuclei familiari per i quali persiste il disagio abitativo, tenendo conto della precarietà reddituale degli stessi. O comunque l’individuazione, all’interno del territorio comunale, di aree per soluzioni abitative mobili, minimamente organizzate con i servizi necessari (servizi igienici, allacciamenti all’acqua potabile, eccetera).

· Che si avvii un costruttivo confronto per ricercare soluzioni abitative definitive, coerenti con le specificità culturali, in un’ottica di integrazione, di rispetto delle diversità e di reciproca valorizzazione. Soluzioni che consentano una residenzialità ottemperante alle normative e con la possibilità di spazi di relazione idonei alla socialità del gruppo.

La rete delle associazioni e le famiglie di via Lazzaretto

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Agosto 2019
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