Chi ruba arriva a piedi dai boschi. Valichi aperti anche di notte
Il Consiglio federale respinge l'interrogazione dell'Udc che aveva chiesto la chiusura notturna a causa dei ripetuti assalti ai bancomat avvenuti nell'ultimo anno
I valichi secondari con l’Italia non dovranno essere chiusi di notte. È questa la risposta che il Consiglio federale svizzero ha dato all’interrogazione fatta dall’Udc che invece ne chiedeva la chiusura notturna. Le ragioni che hanno portato a questa decisione sono legate alle statistiche dei reati criminali che nel Canton Ticino sono in netto calo. Una preoccupazione ingiustificata quella dei ticinesi che, secondo l’interrogazione, avrebbero voluto il provvedimento per l’allarme sociale provocato dai furti a diversi Bancomat nella fascia di confine con il Mendrisiotto. Le casse infatti venivano fatte esplodere per poi essere depredate. Ma gli autori dei cinque furti avvenuti nel 2018 – ed è questa l’altra ragione del rifiuto di chiusura notturna – hanno attraversato il confine verde a piedi. «Pertanto non vi è alcuna connessione tra questi attacchi e una possibile chiusura di piccoli valichi di frontiera di notte».
Il Consiglio federale, nella sua nota, ha sottolineato come i valichi siano comunque sorvegliati in modo efficace con le telecamere e siano provvisti di barriere che possono essere chiuse in caso di allarme. Sul versante italiano inoltre c’è la vigilanza dinamica delle pattuglie della Guardia di finanza che in qualsiasi momento possono arrivare e fare accertamenti su chi si appresta a varcare il confine.
Bancomat “saltato” nella notte, polizia cantonale a caccia dei rapinatori
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