Da Varese a Gaza per insegnare ai bambini a ballare hip hop

Due operatori del centro Vela di Varese sono partiti per Gaza per un progetto umanitario di sostegno psicologico e musicale per i bambini

Generico 2018

Sarà un’estate a suon di musica e colorata dai visi sorridenti dei bambini, per un gruppo di volontari che hanno deciso di impegnarsi in un progetto di volontariato nella striscia di Gaza. Tra di loro, anche Virginia Danese, mediatrice culturale, e Alberto Mascena, psicologo, due operatori del centro Vela di Varese, dove la Fondazione Progetto Arca si occupa di accogliere  richiedenti asilo.

«Il progetto si chiama ‘Gaza is Alive’ ed è sviluppato su una parte motoria-artistica e una parte psicologica; in totale saremo circa una decina di volontari, di competenze differenti: chi lavorerà con writing, hip hop, produzione musicale e rap, chi sulla salute mentale dei bambini –racconta Danese–. Il nostro scopo sarà quello di utilizzare danza, musica e canto, per offrire sostegno psicologico ai bambini di Gaza, che soffrono di insonnia, aggressività, costante terrore delle bombe».

Il gruppo dei bambini sarà eterogeneo: «I partecipanti ai laboratori saranno circa 90, di gruppi differenti: avremo ragazzi sani e altri che hanno subito amputazioni, soprattutto nelle parti inferiori del corpo (perché i cecchini sparano alle gambe): l’obiettivo sarà quello di puntare all’inclusione fra loro e i bambini normodotati, cercando di trasmettere il messaggio che per ballare è necessaria soltanto la voglia di farlo”.

Il progetto ‘Gaza is Alive’ è iniziato il 28 luglio e durerà fino all’11 agosto, un’iniziativa volta a regalare dei momenti di felicità ai bambini, ma non solo, come ci spiega la mediatrice culturale: «Lo scopo è soprattutto quello di formare degli operatori locali, affinché attraverso la parte motoria-artistica riescano a far breccia nei bambini e convincerli ad esternare i loro malesseri e le loro problematiche psicologiche, così da poterci lavorare attraverso la musica e il sostegno di un esperto. Un lavoro, dunque, che vuole seminare know how e aiutare non solo i piccoli, ma anche gli adulti, insegnanti e psicologi, che si rapportano a loro: per realizzare ciò fondamentale sarà il sostegno dell’associazione PCRF e del progetto ‘Gaza Mental Health Program’». I fondi raccolti, infatti, garantiranno tutte queste attività durante queste settimane e il loro prosieguo fino alla fine dell’anno.

Una volta rientrati, Alberto e Virginia racconteranno quanto vissuto ai richiedenti asilo ospiti del centro Vela varesino: «Quando abbiamo detto loro della nostra intenzione di partire per la striscia di Gaza ci hanno chiesto di prestare attenzione e di essere prudenti –raccontano i due operatori– ma erano anche molto orgogliosi della nostra decisione di andare ad aiutare i bambini di Gaza. Tanti ragazzi curdi e arabi ci hanno detto che pregheranno per noi e faranno il tifo per questo bell’iniziativa di sostegno ai bambini”.

Sulla pagina Facebook ‘Gaza is Alive 2019’ è possibile seguire il progetto; proprio da lì leggiamo una frase che sintetizza quanto i volontari stanno vivendo in questi primi giorni di lavoro: “Come abbiano fatto un rapper napoletano, un ballerino franco-algerino, dei breakdancer gazawi, in quell’edificio della striscia di Gaza, a ballare insieme, cantare insieme, non sappiamo spiegarvelo fino in fondo, ma sappiamo che se questo è solo un assaggio, ci aspettano grandi cose. Non c’è niente di più coinvolgente dell’energia di un bambino che sorride”.

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Pubblicato il 01 Agosto 2019
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