L’itinerario di viaggio in America per gli appassionati di arte e architettura

Tra i tanti itinerari di viaggio che si possono sperimentare nel corso di un soggiorno negli Stati Uniti, ce ne sono alcuni che permettono di scoprire il modo in cui l'architettura e l'arte si sono evolute e sviluppate nel continente americano

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Tra i tanti itinerari di viaggio che si possono sperimentare nel corso di un soggiorno negli Stati Uniti, ce ne sono alcuni che permettono di scoprire il modo in cui l’architettura e l’arte si sono evolute e sviluppate nel continente americano. L’architettura del Paese, in particolare, comincia a Chicago, anche se è New York la vera culla dell’arte contemporanea, non solo statunitense ma mondiale. Crocevia di culture e vero e proprio melting pot di popoli, la Grande Mela già nei secoli passati si mostrava ben disposta ad accogliere le tendenze in arrivo dal Vecchio Continente. Da qui nel XIX secolo partivano Thomas Cole e altri artisti in direzione della raffigurazione romantica di una natura quasi selvaggia, ma comunque incontaminata. Nei primi tempi seguivano il corso del fiume Hudson, senza andare troppo lontano, ma con il passare degli anni arrivarono a spingersi sempre più in là, in compagnia dei pionieri, verso Ovest.

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L’egemonia culturale di New York

Mentre le esplorazioni si facevano sempre più frequenti, New York iniziava a cambiare e diventava una vera e propria metropoli, contraddistinta da una evidente egemonia culturale. Il suo mondo febbrile inizirò ad attirare l’attenzione degli artisti di tutto il Paese, a cui si univano gli intellettuali provenienti dall’Europa che fuggivano dagli orrori della Prima Guerra Mondiale. Ecco, dunque, che l’incontro con il bagaglio culturale di chi arrivava dal Vecchio Continente permise la nascita del modernismo americano, mentre Parigi si vedeva sottrarre il ruolo di città dell’arte proprio da New York.

I cambiamenti artistici

Nel frattempo il concetto di paesaggio veniva stravolto da due maestri come Georgia O’Keeffe e Eward Hopper. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, poi, la Factory di Andy Warhol aperta a Manhattan divenne un punto di riferimento in tutto il mondo. Ancora oggi, il fulcro dell’arte contemporanea va individuato in New York, la sola metropoli in cui questa forma di comunicazione può trovare terreno fertile ed esprimersi nel migliore dei modi. Sarebbe impossibile stilare un elenco completo di tutte le gallerie d’arte della città, mentre in ogni museo si respira un enorme rispetto per la cultura in tutte le sue declinazioni.

Chicago e l’architettura

Se New York è la capitale dell’arte contemporanea, gli appassionati di architettura che desiderano visitare gli Usa non possono che fare riferimento a Chicago. Una città che si trova a breve distanza dai Grandi Laghi, una via di comunicazione molto importante che è al tempo stesso un ganglio portuale e un punto di scambio. Qui in passato venivano radunati la carne e il legname che dovevano essere spediti in tutte le città più grandi del continente, così da favorire il loro sostegno e la loro crescita. Con l’arrivo della ferrovia, poi, la località cambiò del tutto aspetto, e da centro urbano di piccole dimensioni costellato quasi unicamente di modeste casette in legno si trasformò in uno snodo fondamentale per la corsa verso il West.

L’espansione di Chicago

Fu quello l’inizio di una grande espansione, a cui contribuì – per paradosso – anche un gigantesco incendio che si verificò nel 1871 e che cambiò del tutto l’aspetto di Chicago: la distruzione della maggior parte degli edifici del centro, infatti, fece sì che nel giro di poco tempo andasse in scena una ricostruzione quasi totale. In seguito nacque la Scuola di Chicago, opera di Dankman Adler e Louis Sullivan, gli ingegneri architetti più coraggiosi della loro epoca. Le città verticali e i palazzi per uffici che oggi disegnano il profilo di molte città americane non sono altro che il risultato del loro pensiero e della loro opera, esemplificati dal principio secondo cui la funzione determina la forma.

La rivoluzione di Frank Lloyd Wright

Sempre da Chicago prese il via la rivoluzione operata da Frank Lloyd Wright, non a caso allievo di Sullivan e Adler: una rivoluzione che interessò in primis l’architettura residenziale, ma anche molti altri aspetti del settore. In seguito allo scoppio delle guerre mondiali, tra i grandi architetti che giunsero da queste parti spiccava Ludwig Mies Van Der Rohe, che poi sarebbe stato scelto negli anni ’50 come preside della facltà di architettura. Oggi Chicago ospita, tra l’altro, il Chicago Art Institute, che è stato progettato da Renzo Piano.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Settembre 2019
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