Minacce a un indagato dell’inchiesta “Mensa dei poveri”, arrestato estorsore
La Guardia di Finanza di Busto Arsizio ha arrestato un cinquantenne per il delitto di estorsione di 300.000 euro ai danni di uno dei professionisti inquisiti, insieme ai propri familiari
La Guardia di Finanza di Busto Arsizio ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un cinquantenne residente nel mantovano per il delitto di estorsione di 300.000 euro, disposta dal Gip del Tribunale di Milano su richiesta della D.D.A. della Procura della Repubblica del capoluogo lombardo.
«Se oggi non sistemo, l’unica cosa che deve cercare sarà un posto sicuro, dove non vi trovo mai, né lei e né chi le sta vicino». Con minacce come questa, un disoccupato mantovano di origini pugliesi, pluripregiudicato e vicino ad ambienti della criminalità organizzata, da anni estorceva denaro alle sue vittime.
L’uomo, di rientro da un viaggio in Germania, dove spesso soggiornava, nei giorni scorsi è stato localizzato in un Bed & Breakfast della provincia di Mantova e ieri è stato arrestato dai finanzieri della Compagnia Busto Arsizio in collaborazione con quelli del Gruppo Mantova.
L’attività estorsiva è emersa nell’ambito della nota inchiesta “Mensa dei poveri” della D.D.A. di Milano, che ha visto coinvolti numerosi indagati, anche pubblici ufficiali, per reati contro la pubblica amministrazione. Proprio uno dei professionisti inquisiti, intercettato durante le indagini, era la vittima, insieme ai propri familiari, dell’estorsione in atto ad opera del cinquantenne.
L’uomo, infatti, attraverso intimidazioni e minacce di morte o di gravi lesioni permanenti, era riuscito a generare nel professionista e nei suoi familiari un forte stato di ansia e soggezione, grazie al quale da qualche anno oltre a riscuotere periodicamente cospicue somme di denaro contante, si faceva pagare anche viaggi e benefit di ogni tipo, per un importo complessivo sinora accertato di almeno 300.000 euro.
Nemmeno l’arresto del professionista nell’inchiesta “Mensa dei Poveri” e la conseguente pubblicazione delle notizie sulle intercettazioni telefoniche cui questi era da tempo sottoposto, hanno interrotto i propositi dell’estorsore che, imperterrito, anche in epoca successiva, ha continuato a minacciare e pretendere il denaro dalla moglie. Elementi questi che hanno indotto il Giudice per le indagini preliminari ad accogliere la richiesta di arresto dei pubblici ministeri, così da porre fine all’incubo delle vittime.
L’attività di servizio testimonia il costante impegno esercitato dal Corpo per ripristinare adeguati livelli di legalità, trasparenza e sicurezza pubblica, cosicché i cittadini onesti possano trovare nella Guardia di Finanza un sicuro punto di riferimento.
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