Nel programma di governo non esiste la parola immobiliare

Gian Battista Baccarini, presidente nazionale della Federazione italiana agenti immobiliari professionali, è intervenuto per i 40 anni di Fiaip Varese. « Bisogna rendere deducibili Imu e Tasi per le persone fisiche e per gli immobili adibiti ad abitazione»

40 anni di Fiap Varese

«La parola immobiliare non compare mai nei ventinove punti del programma del Governo Conte bis. Questa cosa ci infastidisce non poco». L’affermazione di Gian Battista Baccarini, presidente nazionale Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali), dice molto sulle aspettative che gli agenti immobiliari nutrono verso il nuovo Governo targato M5S e Partito democratico. Parole che assumono un valore particolare in quanto pronunciate  in occasione del quarantesimo anniversario dalla fondazione di Fiaip Varese di fronte all’intera squadra che governa l’associazione sindacale, all’ex viceministro allo Sviluppo economico Dario Galli e a circa 150 agenti immobiliari della provincia riuniti all‘Hotel Palace.

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La questione non è dunque di poco conto e non può essere certo affidata a una battuta, seppur pronunciata dal gran capo di Fiaip. Non è certo una novità che alla ripartenza dei comparti immobiliare ed edilizio sia legato il rilancio dell’intera economia italiana le cui prospettive di crescita non sono entusiasmanti. A maggior ragione, con la Legge di bilancio alle porte, quella di Fiaip non può essere liquidata come una semplice battuta. «Va attuato un piano nazionale sull’immobiliare – continua Baccarini -, iniziando dal riordino fiscale perché un piano non avrebbe senso senza una riduzione del carico fiscale. Sarebbe quindi opportuno rendere deducibili Imu e Tasi per le persone fisiche e per gli immobili adibiti ad abitazione. Oggi la deducibilità è invece prevista solo per le persone giuridiche e per i fabbricati strumentali. Inoltre Tari, Tasi e Imu, dovrebbero essere una tassa unica proporzionata alla quantità e alla qualità dei servizi erogati nella città. Mentre oggi la Tari è di fatto una patrimoniale».

Anche sulla liberalizzazione degli affitti e sugli incentivi, Baccarini ha le idee molto chiare: la cedolare secca al 10% dovrebbe valere sia per l’abitativo che per il terziario commerciale. Gli effetti sarebbero fin da subito evidenti, secondo il presidente, perché liberare risorse e redditività significa favorire la compliance fiscale e ridurre così l’evasione.

IL DIGITALE E LA CONCORRENZA SLEALE
Tra gli argomenti più sentiti dagli agenti immobiliari c’è quello relativo al proptech, ovvero l’intelligenza artificiale applicata all’immobiliare. I dati relativi al venture capital, ovvero i capitali di rischio investiti per finanziare startup ad alto contenuto innovativo e tecnologico, in questo caso nel campo immobiliare, indicano che tra il 2011 e il 2017 sono stati messi sul piatto ben 9 miliardi di dollari. In Italia, questo tipo di capitalismo è molto residuale, mentre trova la sua patria di elezione nella celebre Silicon Valley e nei paesi anglosassoni. Ciò non toglie che il vento della disintermediazione tecnologica abbia iniziato a soffiare anche sulle agenzie immobiliari italiane. La domanda di fondo è però un’altra: la macchina e l’algoritmo possono sostituirsi totalmente al lavoro di mediazione fatto dall’agente? La risposta – come direbbe il giornalista Luca De Biase, direttore di Nova 24 – sta tutta in una considerazione: i computer, le macchine e gli algoritmi in genere sono efficienti nel dare risposte, ma non sanno fare domande, che è poi ciò che davvero conta. «La macchina non media – sottolinea Baccarini – l’agente sì. Le truffe online aumentano, come aumentano gli esposti delle Camere di commercio verso questi soggetti. L’Antitrust li ha accusati di concorrenza sleale e delle 350 startup avviate nell’immobiliare ne sono rimaste una trentina».

Negare però che il digitale porti dei vantaggi sarebbe indice di miopia. Le opportunità ci sono cominciando dai servizi da erogare al cliente . «Non sto parlando dell’agente immobiliare tuttofare ma di un’agenzia multidisciplinare – ha specificato Baccarini – per erogare più servizi valorizzando le competenze verticali. Ogni attività richiederà sempre di più una specializzazione e una specifica professionalità che non consentirà di svolgere contemporaneamente e con qualità più attività, pertanto saranno fondamentali sinergie e collaborazioni interne o esterne per soddisfare l’esigenza del cliente di avere un unico interlocutore».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 27 Settembre 2019
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