Stampa 3d e industria aerospaziale, l’Aidro di Taino in prima linea

I vantaggi della tecnologia, le sue applicazioni e l'importanza della filiera. All'incontro organizzato dal Lombardia aerospace cluster è intervenuta anche Amalia Ercoli Finzi, professoressa del dipartimento di Scienze e tecnologie aerospaziali del Politecnico di Milano

Generico 2018

Quando l’uomo abiterà sulla luna, probabilmente la sua casa sarà realizzata in stampa 3d. La tecnologia dell’additive manufacturing, nota anche come stampa 3d metallica, è stata al centro dell’incontro tra i rappresentanti di una ventina di imprese organizzato da “Lombardia aerospace cluster” presso la sede dell’azienda Aidro di Taino.

L’additive manufacturing è una tecnologia con la quale è possibile realizzare componenti metalliche attraverso il deposito di strati sottilissimi di alluminio, titanio, acciaio o altri materiali che vengono fusi assieme da un laser ad alta potenza. Il risultato? Dei prodotti in metallo resistenti, leggeri e in tempi rapidi.

Proprio l’azienda metalmeccanica tainese Aidro ha proposto al “Cluster” di organizzare l’incontro di venerdì nella sua sede. L’obiettivo della conferenza era far conoscere alle aziende la tecnologia dell’additive manufacturing, ma soprattutto riunire i protagonisti del panorama produttivo lombardo e mettere le basi per la costruzione di una vera e propria filiera.

«Da tre anni – ha spiegato Tommaso Tirelli, titolare di Aidro – siamo specializzati nella realizzazione di componenti in stampa 3d metallica. Produciamo parti per l’industria aeronautica civile e militare, ma ultimamente abbiamo iniziato a lavorare anche per il settore aerospaziale. Per portare avanti lo sviluppo di questa tecnologia è necessario istaurare una filiera che includa le imprese che lavorano in tutte le fasi di produzione e inserire l’additive manufacturing nei processi industriali».

Durante la conferenza si è discusso sui vantaggi che la stampa 3d metallica potrebbe portare all’industria, e su come inserirla nei processi produttivi. La stessa Leonardo, nota azienda del settore aeronautico, ha fatto sapere di voler: «Iniziare a realizzare alcune nostre componenti con questa tecnologia, laddove potremmo ottenere vantaggi in termini di costi, riproducibilità e resistenza. Questo sarà Il nostro primo passo verso l’introduzione della additive manufacturing nel processo produttivo. Lavoreremo anche per realizzare un network tra aziende e centri di ricerca in modo da sviluppare ulteriormente la tecnologia».

Al termine della presentazione, Amalia Ercoli Finzi, professoressa ordinaria del dipartimento di Scienze e tecnologie aerospaziali del Politecnico di Milano, ha accompagnato il pubblico in un viaggio attraverso la storia dell’esplorazione spaziale, per poi dare una sbirciata al prossimo traguardo: la colonizzazione della Luna. Una colonizzazione in cui la stampa 3d avrà un ruolo fondamentale. Infatti, i primi abitanti del nostro satellite vivranno all’interno di una struttura simile a un grande pallone. Sarà però necessario evitare che le radiazioni solari rovinino il telo e mettano in pericolo la vita degli astronauti. A questo punto entreranno in azione dei rover speciali. Questi robot raccoglieranno la regolite dalla superficie lunare e la useranno per ricoprire tutta la struttura, seguendo proprio un procedimento simile a quello delle stampanti 3d.

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Pubblicato il 07 Settembre 2019
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