Whirlpool vende l’azienda di Napoli. Fine della trattativa

Decisione unilaterale della multinazionale che sconfessa l'accordo di un anno fa. I sindacati metalmeccanici annunciano mobilitazioni: «Una decisione arrogante e irresponsabile». Dura la presa di posizione del Mise

Trattativa Whirlpool Mise

Alla ripresa delle trattative per decidere dello stabilimento di Napoli e dei suoi 412 lavoratori, Whirlpool scopre le carte e annuncia la vendita del ramo d’azienda a un nuovo partner industriale. Si tratta di Prs, società che si occupa di refrigerazione passiva e vorrebbe riconvertire la produzione dello stabilimento di Napoli. Una decisione unilaterale che disattende l’accordo stipulato nel 2018 da Whirlpool con i sindacati di categoria Fiom, Fim e Uilm che annunciano battaglia. L’annuncio è stato fatto martedì 17 settembre al Mise alla presenza del vice capo di Gabinetto Giorgio Sorial e del sottosegretario Alessandra Todde. Una decisione unilaterale, quella di Whirlpool, che ha lasciato contrariati i rappresentanti del nuovo governo perché in questo modo la prosecuzione del confronto di fatto viene interrotta e si archiviano le altre proposte sul destino di Napoli che pure c’erano.  Nei precedenti incontri al ministero si era infatti parlato di investimenti in prodotti di alta gamma o di un possibile trasferimento dei volumi produttivi dall’estero da parte di Whirlpool. (Foto: la protesta dei lavoratori davanti al ministero dello Sviluppo economico)

Durissima la reazione del sindacato. Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm, ha parlato di «atto unilaterale molto grave» e chiede al Governo «di passare dalle parole ai fatti per impedire la dismissione del sito campano, che non solo colpisce centinaia di famiglie in un’area disastrata dalla disoccupazione ma prelude più generale a un disimpegno della multinazionale dall’Italia, in spregio all’accordo firmato in sede istituzionale meno di un anno fa».

«Noi esprimiamo – ha detto Ficco – la nostra più dura contrarietà alla dismissione di Napoli, poiché fin troppe operazioni di reindustrializzazione sono fallite miseramente in questi anni e perfino quelle avviate da Whirlpool a Caserta o dalla sua controllata Embraco a Torino sono in gravissimo ritardo. C’è un accordo sottoscritto non solo con il sindacato ma anche con le istituzioni italiane ad ottobre del 2018, che deve essere rispettato, pena il graduale disimpegno dal nostro Paese, così come purtroppo dimostra la crisi in cui versano anche altri stabilimenti del gruppo, nonché la continua delocalizzazione delle funzioni impiegatizie».

La segretaria nazionale della Fim Cisl, Alessandra Damiani Whirlpool, ha definito la decisione di Whirlpool espressione di «arroganza e irresponsabilità», invocando subito una mobilitazione dei lavoratori. «È inaccettabile – ha concluso la sindacalista – che dopo mesi d’inconcludente discussione e continui cambi di posizione si sia arrivati alla peggiore delle soluzioni e cioè l’abbandono del sito di Napoli. Chiederemo al governo di riconvocare nei prossimi giorni l’azienda e metterla di fronte alle proprie responsabilità».

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Pubblicato il 18 Settembre 2019
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