Air China fa base a Legnano e a Castellanza i Fratelli Li aprono un megaristorante
La presenza cinese sul territorio è sempre più forte. Due storie diverse ma che raccontano meglio di ogni numero lo stretto legame tra Italia e Cina
Dall’uscita autostradale di Castellanza, in direzione Busto Arsizio, il segno della presenza cinese è evidente diffusa che inizia con un ristorante sushi (seguito da altri 6 in pochi km) e sale fino alla Hupac al confine tra Busto Arsizio e Gallarate, dove partono e arrivano treni che in 18 giorni coprono la distanza tra Italia e Cina. Il lungo filo rosso che collega due realtà così differenti passa attraverso la lunga serie di ristoranti e attività gestite da cinesi o in cui fanno base realtà cinesi.
Al confine tra Castellanza e Legnano c’è il Palace Hotel, un albergo sorto sulla scia di Expo 2015 e che ospita il personale di bordo di Air China (hostess, steward e piloti) che gravitano su Malpensa. Dopo anni di difficoltà economiche i nuovi proprietari hanno chiuso un’accordo con la compagnia aerea cinese. Il rapporto è vincolato da una serie di richieste particolari messe a contratto, in primis una certa riservatezza che ci ha impedito di saperne qualcosa di più.
Salendo verso Busto, in via don Minzoni, l’officina degli autobus (che si è spostata in provincia di Milano) ha fatto spazio ad un megaristorante che si chiama “La Fabbrica dei Sapori”. Lunedì mattina questo locale da oltre 400 posti a sedere aprirà i battenti al pubblico. Fa parte di una catena di sei ristoranti sparsi tra la provincia di Milano e la Brianza.
Ce ne parla Li An, figlio di uno dei tre fratelli Li che nel 2012 hanno avviato l’attività a Buccinasco, aprendo il primo della serie: «Sono in Italia dal 1999 e ho fatto gran parte delle scuole qui in Italia – racconta – . Siamo arrivati qui dopo aver studiato bene tutta l’area e la nostra proposta si differenzia molto da quello che c’è intorno».
Lì An spiega che la Fabbrica dei Sapori punta sulle famiglie (c’è un’area bambini) e sulle compagnie. Propone quattro tipi di cucina: orientale, brasiliana, italiana e giapponese. Da via don Minzoni è difficile non vederlo grazie alla caratteristica facciata rossa e una grossa insegna gialla. All’interno marmo, grandissimi lampadari e una cucina a vista enorme da dove usciranno piatti di ogni tipo: «Solo in questo locale ci lavoreranno 30 persone – spiega – abbiamo dipendenti cinesi, italiani, sudamericani, africani, pakistani».
Li An è convinto che la formula funzionerà anche qui. Sarà lui a gestire, almeno nel primo periodo, il locale a soli 31 anni: «Ho già esperienza – dice – il primo locale di Buccinasco, aperto dalla nostra famiglia, ho avuto l’onore di gestirlo io. Avevo 23 anni».
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