Appena decollato, lo Zeppelin vola altissimo

A meno di un anno dal loro primo disco, gli inglesi Led Zeppelin volano al primo posto delle classifiche

Cinquant'anni fa la musica

Il debutto di gennaio era stato straordinario ed era entrato nella Top Ten americana, ed allora via a promuoverlo: quattro tour europei e tre degli States, con qualche pausa in vari studi per registrare il secondo disco. Che si dimostrerà il loro album-simbolo e sarà un po’ il vangelo di tutte le band hard rock da lì in poi, ma stranamente non fu proprio ben studiato ma creato in fretta e furia coi pezzi che suonavano dal vivo.

La partenza era subito killer, con quella Whole lotta love che finì per causare loro accuse di plagio (Willie Dixon, ma anche gli Small Faces) messe a posto in via extragiudiziaria: diventò anche un singolo di successo negli USA nonostante la band non volesse fare singoli e nella terra natia non ne pubblicherà mai.

I pezzi presi dal blues sono anche altri due – The Lemon Song e Bring It On Home – mentre il cantante Robert Plant comincia a distinguersi come compositore, dando una grande impronta a What Is And What Never Should Be. Le reazioni? Stranamente la critica non fu del tutto entusiasta (succedeva spesso in quegli anni) e ci furono diverse stroncature; a non avere alcun dubbio fu il pubblico che li portò al primo posto dalle due parti dell’oceano. Diventeranno ovviamente anche gli idoli del pubblico un po’ tamarro, ma se la qualità era così alta si può accettare…

Curiosità: la foto di copertina fu ottenuta dall’artista David Juniper cambiando i volti da una foto della Jagdstaffel 11, lo squadrone detto anche “Il Circo Volante” comandato nella prima guerra mondiale da Manfred Von Richtofen, il Barone Rosso. Vi è discussione sui volti inseriti oltre a quelli della band, ma pare comprendano il loro manager Peter Grant, l’astronauta Neil Armstrong (o Frank Borman) e Miles Davis.

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Pubblicato il 24 Ottobre 2019
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