Bancarotta, turbativa d’asta e falso: sgominata una rete criminosa

Attraverso cooperative di comodo, frodavano il fisco lucrando cospicue somme di denaro. Due le menti del complesso sistema

guardia di finanza busto arsizio

Era un complesso sistema fraudolento quello sgominato dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Como, insieme alla Squadra Mobile di Milano, alla Compagnia Guardia di Finanza di Como ed Olgiate Comasco.
34 le ordinanze di applicazione di misure cautelari emesse dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Como ed eseguite in mattinata.

DIVERSI I REATI CONTESTATI

sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte  per un ammontare di oltre 3 milioni di euro, al fine di evitare il pagamento dell’imposta sui redditi, di interessi e sanzioni amministrative dovute su illeciti proventi di una frode tributaria posta in essere a partire dal 2012 sino al 2017 attraverso 20 società cooperative ed una srl (quali COMO SERVICE s.c., LAVORO PULIZIA FACCHINAGGIO s.c., CONSORZIO ASSICOP GROUP, INFINITO s.c., CONSORZIO UNIVERSO s.c., GECO s.c., CONSORZIO FI.PRA. s.c., LA LENTATESE s.c., BASSA BRIANZA s.c., SISTEMI s.c., SIRIO s.c., ARISTON s.c., LA MISINTESE s.c., PRIMULA BIANCA s.c., NUOVI ORIZZONTI s.c., ROYAL GESTIONI S.r.l., PROGEAS s.c., CONSORZIO ASSICOP s.c., CONSORZIO ASSICOOP s.c. – SIRIO soc.coop. (22.03.2017) – SISTEMI soc.coop.);
-di occultamento e distruzione di documenti contabili,
– di bancarotta per distrazione (per un totale di oltre 15 milioni di euro) e documentale con riferimento a 12 società cooperative (quali CONSORZIO ASSICOOP soc. coop. con sede legale in Capiago Intimiano; COMO SERVICE soc. coop. con sede in Gioia Tauro , via Regina Elena nr. 19 ed unità operativa in Cantù; LAVORO PULIZIA E FACCHINAGGIO soc. coop., Cantù; GECO soc. coop., con sede legale in Capiago Intimiano; CONSORZIO UNIVERSO soc. coop., con sede legale in Cantù; SISTEMI soc. coop., con sede legale in Cantù; SIRIO soc. coop. con sede Cantù; ARISTON soc. coop., con sede legale in Misinto; BASSA BRIANZA soc. coop., con sede legale in Capiago Intimiano; LA LENTATESE soc. coop., con sede legale in Capiago Intimiano; SOGES soc. coop. con sede legale in Gioia Tauro, via Ferdinando De Rosa e unità locale in Cadorago; LAVORO ED UTILITA’ soc. coop. con sede legale in Gioia Tauro e unità locale in Lomazzo ) e tre s.r.l. (ROYAL GESTIONI S.r.l., con sede in Lomazzo PANE E TULIPANI SRL, UNICO SRL sede legale dichiarata in Lazzate e luogo d’esercizio in Milano); dichiarate fallite a seguito di richieste formulate dallo Ufficio,
falso in bilancio, riguardante la società PANE E TULIPANI SRL;
emissione di fatture a fronte di operazioni inesistenti
utilizzo (per un importo di oltre 19.000.000 euro) di fatture a fronte di operazioni inesistenti, indebiti utilizzi di carte di pagamento;
turbativa di due gare pubbliche indette dal Comune di Como per l’affidamento in concessione del “ristorante Spiaggia”, sito in via per Cernobbio n. 2 – Compendio di Villa Olmo e dello stabilimento balneare con annesso bar “Lido di Villa Olmo” sito in via per Cernobbio n. 2
illecito utilizzo di carte di credito

Gli accertamenti hanno permesso di accertare che le illecite dinamiche in materia tributaria e fallimentare sono state ideate da due professionisti Massimiliano FICARRA (commercialista titolare dello studio MA.GI.SA del dott. FICARRA Massimiliano con sede a Gioia Tauro ) e Cesare Giovanni PRAVISANO (ex funzionario della banca Commercio ed Industria di Milano), i quali, utilizzando le loro competenze nel settore bancario, hanno ideato ed attuato un sistema di frode finalizzato all’evasione fiscale, ininterrottamente replicato dal 2010, attraverso la sostituzione di società dolosamente e preordinatamente destinate al fallimento (consorzi e società cooperative di lavoro) con nuovi veicoli societari costituiti con la medesima finalità.

COME AGIVANO
Il sistema di frode ideato e realizzato dai due professionisti è stato ricostruito dagli accertamenti documentali e bancari effettuati dalla Guardia di Finanza:
– venivano costituite società cooperative di lavoro, quali soggetti giuridici di comodo intestati a prestanome e di fatto gestite da consorzi, nonché utilizzate come meri contenitori di forza lavoro e soggetti fiscali su cui dirottare gli oneri tributari e previdenziali, mai assolti nel decennio di attività;
– i consorzi rappresentavano il soggetto passivo d’imposta, dotato di un DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) fiscalmente in regola; presentavano le prescritte dichiarazioni fiscali e avevano alle dipendenze solo personale con funzioni amministrative regolarmente assunti;
– per la realizzazione del sistema fraudolento era necessario che le cooperative emettessero fatture per operazioni inesistenti nei confronti dei consorzi. Nelle fatture venivano falsamente addebitati i costi del personale.

Veniva così consentito l’abbattimento dell’ingente debito IVA scaturito dalla fatturazione delle prestazioni al consorzio, nonché un risparmio dei contributi previdenziali e assistenziali che il consorzio avrebbe dovuto sostenere nel caso avesse assunto i dipendenti delle varie cooperative.
Ed infatti, qualora le prestazioni fossero state rese direttamente dai consorzi, con propria forza lavoro, questi avrebbero annoverato tra le componenti negative di reddito unicamente quelle afferenti al costo del personale dipendente assunto che, notoriamente, non genera un’IVA a credito.
In tal modo le consistenti somme di denaro trasferite dai consorzi alle cooperative, a pagamento delle false fatture, venivano successivamente prelevate dagli organizzatori della frode mediante prelievi per contanti, assegni o con bonifici bancari a loro stessi a pagamento di propri compensi.

Da qui era nata la necessità, per gli ideatori del sistema di frode, Ficarra e Pravisano, di creare delle società cooperative, a cui formalmente attribuire l’assunzione del personale dipendente, creando così il presupposto per una ipotetica parvenza di operatività e poter quindi emettere fatture per la fornitura di manodopera nei confronti del consorzio (anche se le fatture emesse dalle cooperative indicavano genericamente come oggetto della prestazione la dicitura “prestazione di servizi”).

In tal modo i due professionisti hanno abusato dello schema societario cooperativo non perseguendo alcuna finalità mutualistica ma sfruttando la normativa di favore prevista per le cooperative soggetti al fine di effettuare operazioni commerciali con evidente scopo di lucro, a proprio vantaggio e non dei soci delle cooperative, relegati a sostanziali ruoli di meri lavoratori dipendenti.

FALSE COOPERATIVE
Le indagini hanno permesso di accertare che le cooperative oggetto di indagine erano tali solo sulla carta, ma di fatto erano vere e proprie società operanti prevalentemente nel settore delle pulizie e facchinaggio, ufficialmente intestate a cittadini italiani risultati essere dei meri prestanome, ma in realtà tutte riferibili ai due professionisti.
Le pseudo-cooperative, che lavoravano in subappalto per conto dei consorzi, riferibili agli stessi Pravisano e Ficarra, rimanevano in attività per circa due anni generando volumi d’affari piuttosto consistenti, mediamente oltre 1 milione di euro, che però venivano completamente nascosti al Fisco in quanto le cooperative non presentavano alcuna dichiarazione fiscale.
Trascorso il periodo di operatività, le cooperative venivano lasciate inattive e ne venivamo costituite di nuove che operavano nel medesimo modo, con gli stessi clienti e nelle quali venivano trasferiti i soci/dipendenti i quali, nella gran parte dei casi, non erano neanche a conoscenza di essere inquadrati come tali.
Questa apparente regolarità formale ha consentito agli indagati di far acquisire ai consorzi, di volta in volta costituiti, numerose commesse da parte di enti privati e pubblici aventi ad oggetto prestazioni di servizi quali facchinaggio e pulizia.
Tanto è stato raggiunto anche grazie ai contatti di Cesare Pravisano con l’indagato Marino Carugati (ex sindaco di Lomazzo) e suo socio d’affari, a sua volta indagato di reati di bancarotta per distrazione ed emissione di fatture a fronte di operazioni inesistenti.
Quanto alla gestione delle cooperative, sistematico è stato il ricorso a “prestanomi” sui quali far ricadere le responsabilità penali e tributarie. Altrettanto sistematiche sono state la distruzione delle scritture contabili delle società utilizzate, l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per abbattere le imposte dovute, al fine di consentire ai due professionisti di occultare le loro responsabilità per i reiterati e gravi reati di bancarotta fraudolenta, frode fiscale, sottrazione fraudolenta.

Gli ulteriori approfondimenti investigativi eseguiti dalla Squadra Mobile di Milano e dalla G. di F. di Como e Olgiate Comasco hanno permesso di accertare
– la commissione dei reati di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte commessi da Massimiliano Ficarra e Pravisano dopo l’effettuazione delle perquisizioni effettuate in data 10 aprile 2017 nell’ambito del citato procedimento 4904/2016 R.G.N.R., tese a neutralizzare le verifiche fiscali aperte ed un provvedimento di sequestro;
lo stato di insolvenza delle società già oggetto di indagine  di cui è stato dichiarato il fallimento su istanza della Procura della Repubblica di Como con conseguente accertamento di plurimi reati di bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale;
– la reiterazione del sistema di frode fiscale per mezzo di nuove cooperative e consorzi attuato dai due soggetti , coadiuvati da collaboratori di fiducia e/o familiari;
– il sistematico utilizzo indebito di carte di pagamento ricaricabili intestate a terzi attraverso le quali sono stati prelevati gli illeciti profitti ottenuti dalla frode fiscale, nonchè svuotate le società cooperative dichiarate fallite;

Nel corso delle indagini è altresì emersa la figura del rag. Bruno De Benedetto  (nuovo professionista di fiducia di Massimiliano Ficarra) il quale, oltre ad attivarsi per la costituzione dei nuovi veicoli societari, nel 2019 si è reso autore di condotte di bancarotta documentale e patrimoniale, esercizio arbitrario delle proprie ragioni, minaccia, consumati nell’ambito del fallimento di Pane e Tulipani S.r.l. (dichiarata fallita dal Tribunale di Como in data 18.10.2018) e della collegata cessione del ramo d’azienda della fallita in favore della società Gala S.r.l..

È stata, inoltre, acquisita prova documentale che il sistema illecito costruito ha garantito in via diretta o indiretta a soggetti indicati come appartenenti alla criminalità organizzata la percezione di cospicue somme di denaro.
Gli elementi di prova raccolti sono costituiti principalmente:
a) dagli interrogatori resi da Cesare Pravisano;
b) dalle relazioni dei curatori delle società fallite;
c) da una sistematica attività d’intercettazione telefonica ed ambientale e sui relativi servizi di osservazione e
pedinamento;
d) dalla documentazione bancaria e societaria delle società oggetto di indagine;
e) dalle perquisizioni e sequestri effettuate presso gli indagati e sedi di società;

TURBATIVA D’ASTA IN GARE PUBBLICHE DEL COMUNE DI COMO
Dall’attività di intercettazione sono emersi elementi di prova (corroborati dalle acquisizioni documentali effettuate presso il Comune di Como) relativi a due episodi di turbativa di gare pubbliche indette dal Comune di Como per l’affidamento in concessione
– del “ristorante Spiaggia”, sito in via per Cernobbio n. 2 – Compendio di Villa Olmo e
– dello stabilimento balneare con annesso bar “Lido di Villa Olmo” sito in via per Cernobbio n. 2.
In particolare le turbative sono state perpetrate attraverso la partecipazione di plurime società riconducibili al rag. De Benedetto facendo dirottare la scelta quanto alla prima gara sulla Houdini srl – priva di mezzi e personale (di fatto gestita allo stesso ma intestata a prestanomi – per conto della quale depositava una domanda di partecipazione alla gara ed offerta economica, recanti la firma falsa del legale rappresentante). La gestione dello stabilimento veniva invece aggiudicata a VILLA OLMO LIDO S.n.c., estranea alle attività di turbativa poste in essere dal De Benedetto.
La polizia giudiziaria sta altresì dando esecuzione a che a provvedimenti di sequestro dei proventi dei reati tributari ascritti agli indagati. E’ altresì in corso una articolata attività di perquisizione in varie località, tra la Lombardia e la Calabria

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Pubblicato il 08 Ottobre 2019
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