Il corteo dell’ottobre di sangue cambia orario, per chiamare i cittadini alla partecipazione

Il corteo si terrà alle 10 di mattino, e non più alle 8,30

eventi Varese

L’ANPI Sezione di Varese Comandante “Claudio” Macchi e il Comune di Varese prevedono, come sempre, iniziative a ricordo del cosiddetto Ottobre Varesino di Sangue. E ora lo fanno in orari in cui tutta la cittadinanza potrà partecipare.

«A differenza dei 74 anni precedenti, si è deciso di posticipare di un po’ l’inizio delle celebrazioni per consentire una maggiore partecipazione, anche di giovani» così spiega il sindaco Davide Galimberti, indicato da Anpi come “l’ideatore” di questa piccola grande rivoluzione insieme al consigliere comunale e storico Enzo Laforgia «Cerchiamo di coinvolgere più persone possibili nelle celebrazioni ufficiali».

Del resto, questo è un anniversario importante: «E’ il 75° anniversario di quei giorni – spiega Claudio Macchi, il figlio del partigiano Giuseppe Macchi detto “Claudio” e presidente della sezione di Varese dell’Anpi, dedicata proprio a suo padre – E si è inteso tenerne conto dando particolare enfasi alle manifestazioni comprendenti, in occasione della cerimonia ufficiale di domenica 13, anche la Santa Messa in suffragio dei caduti celebrata nella Basilica di San Vittore ed il corteo per le vie cittadine fino a Largo Resistenza»

IL PROGRAMMA DELLE INIZIATIVE

Il programma prende avvio sabato 12, con la deposizione di fiori ai cippi ed ai monumenti dedicati ai caduti in Varese: ed è proprio questo evento iniziale che ha cambiato orario, passando dalle 8.30 alle 10. Prosegue domenica 13 con la messa in suffragio dei caduti partigiani e il corteo per le vie cittadine. Il venerdì 18, alla Biblioteca Civica, ci sarà un incontro sul tema “La Resistenza nella città e nella zona di Varese” e si conclude il martedì 29 con la proiezione al Teatro Nuovo per gli studenti delle scuole superiori del film “Roma città aperta”, presentato in versione restaurata. IL PROGRAMMA COMPLETO NELLA LOCANDINA

UN MESE DI TRAGICI EVENTI CHE PORTO’ ALLA LIBERAZIONE FINALE

«Le iniziative vogliono riportare l’attenzione sui tragici eventi dell’ottobre 1944 che videro in rapida successione – ha ricordato Claudio Macchi – La cattura a Lomnago di un gruppo del GAP di Varese, con fucilazione sul posto di Bartolomeo Bai e Giuseppe Brusa; il ferimento mortale a Capolago di Walter Marcobi, comandante del GAP di Varese; la cattura a Voldomino di buona parte della Banda Lazzarini, con 12 fucilazioni di cui 3 in Varese, alle Bettole; la soppressione, in viale Belforte, di René Vanetti, comandante della locale formazione Matteotti; l’arresto e la deportazione di partigiani tra i quali il malnatese Ermanno Besani troverà la morte nel lager di Flossenburg. Della repressione fascista fu maggiore protagonista l’Ufficio Politico Investigativo della Guardia Nazionale Repubblicana di Varese. Con i successi ottenuti tramite il ricorso alla tortura dei patrioti arrestati, con i numerosi partigiani e antifascisti costretti in carcere, con il terrore sulla popolazione (ne fanno fede le drammatiche immagini dei tre giovani delle Bettole abbandonati senza vita sotto la pioggia autunnale) l’UPI diede per certa la vittoria finale sul “ribellismo”».

I partigiani varesini però «Seppero invece fare tesoro della durezza della lezione subita rilanciando l’impegno nel ricordo dei compagni caduti, rendendo più capillare e compartimentata la presenza nelle fabbriche e nei quartieri cittadini, intensificando il sabotaggio della produzione bellica, delle vie e dei mezzi di trasporto, rendendo più incisivi gli attacchi a pattuglie e piccoli presidi nemici. E il risultato viene toccato con mano il 25 aprile. Quel giorno le formazioni partigiane locali liberarono Varese, come i maggiori centri della provincia».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 02 Ottobre 2019
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