Fuoco amico (anche della natura)

67 mila piattelli lanciati nel corso degli ultimi mesi in uno di poligoni di tiro a volo più amati e riservati della Lombardia, dove a fine stagione viene raccolto tutto il piombo sparato

La Montagnola, il paradiso dei tiratori

I sacchi grigi e annodati sotto le betulle sono pieni zeppi di piccoli involucri di plastica grigia, le borre, sono i contenitori dei pallini in piombo che servono per il tiro a volo. Tutto intorno silenzio, rotto ogni tanto da qualche scampanellata delle capre che in linea d’aria disteranno due, trecento metri. Poi nessun altro rumore. «Beh lo vede in che paradiso siamo, no?».

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Germano Evangelisti ha ragione, ma solo a metà perché il posto è una meraviglia, ma il silenzio non è sempre quello che si sente qui a “La Montagnola”, uno di poligoni più importanti e completi di tutta la Lombardia: nel pieno della stagione si spara, e si spara tanto. Nei mesi estivi, quando dopo il gelo dell’inverno questa struttura nata negli anni ‘70 riapre i battenti, vengono lanciati decine di migliaia di piattelli per il tiro al volo (che in termini tecnici si chiama “fossa universale”). Ma poi c’è anche il percorso di caccia in pedana (“sporting”), la sagoma del cinghiale corrente, postazione di sagoma fissa (sempre cinghiale), e la carabina a 50-100-200 metri.

La Montagnola, il paradiso dei tiratori

Benvenuti nell’Olimpo dei tiratori appassionati di questo sport, che si pratica quassù, ai mille metri della montagna appena sotto la Forcora, nel comune di Maccagno con Pino e Veddasca con grande passione e deferenza verso la natura: i sacchi sotto le betulle vengono caricati nei bauli delle auto e portati a smaltire, come i cocci dei piattelli, comunque realizzati in terra di creta e cera d’api: «Costano un po’ di più, ma almeno siamo tranquilli che non sporcano», spiega Evangelisti 74 anni, chef di cucina in pensione mentre svela il funzionamento del sistema di lancio dei piattelli che rappresenta il fiore all’occhiello di questa struttura: «Sono il top della gamma», dice con enorme soddisfazione.

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La vera sorpresa, per chi non conosce questa realtà, sta però sotto ai piedi: l’intero campo di tiro è coperto da speciali teli che servono per il recupero del piombo sparato durante i tiri: «Ne abbiamo recuperati, quest’anno, oltre 6 quintali. Ogni cartuccia contiene generalmente 32 grammi di piombo, tanto per farsi un’idea di quanti siano passati da queste parti».

Infatti la scelta di questo campo di tiro non è casuale: verso il principio degli anni ‘70 un gruppo di cacciatori e appassionati, tra cui Evangelisti, erano alla ricerca di un posto tranquillo dove esercitarsi nello sport preferito, un posto senza pericoli o rischi per nessuno, ma anche in una posizione che non desse fastidio. Trovarono questo posto e nacque così “La Montagnola”.

Il terreno è comunale, e l’amministrazione ha dato in comodato d’uso l’intera area di 14 mila metri quadrati che gli sportivi custodiscono con amore: panche e sedie ordinate, fiori curati e l’intera struttura per le gare. Competizioni importanti che portano fin quassù sportivi che provengono da tutta la Lombardia e oltre.

Su questo lo stesso Fabio Passera, sindaco del paese, parla di una grande importanza che questo posto fuori mano e sconosciuto ai più, in realtà rappresenta per l’indotto della zona una risorsa importante, viva: «Da qui passano migliaia di persone ogni anno. Vengono gli sportivi da soli, ma anche famiglie con bambini che arrivano da posti a volte distanti centinaia di chilometri. Non solo questo luogo rappresenta un valore aggiunto per far conoscer dil nostro paese, ma costituisce anche una fonte di reddito per albergatori e ristoratori della zona, dove questi sportivi si recano durante il loro soggiorno».

E non è tutto: da anni viene viene attivata una raccolta fondi che serve per sostenere progetti di scolarizzazione in Africa: migliaia e migliaia di euro a favore di bambini che anche quest’anno potranno studiare grazie alla solidarietà nata proprio sulle sponde del Lago Delio.

E così, dietro a gare dal nome pittoresco che a prima vista fa sorridere, come “Rupicapra-Rupicapra”, si nasconde la grande voglia di far rimanere viva quella che da queste parti è oramai una tradizione, del tiro al volo appunto. Sport che a differenza di quanto si possa pensare, non è “da vecchi” come la caccia (è un dato di fatto che l’età media delle doppiette sia elevata): «Qui possono sparare anche i giovani e difatti molti dei nostri tesserati lo sono: è sufficiente avere un certificato di maneggio armi per il tiro con arma lunga e si può sparare».

I fucili per questa disciplina costano dai 6-700 euro in su anche se per chi si appassiona è necessario aggiungere uno zero al budget. Per il resto – e non è cosa da poco – c’è l’amicizia degli iscritti storici, e il risotto di Germano, che dicono essere sempre da primo premio.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 13 Ottobre 2019
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