“Gallarate può essere migliore”. L’appello delle associazioni per affrontare disagio e povertà

A partire dal freddo, che tra qualche settimana si farà sentire. Dopo lo sgombero dei senzatetto l'appello a pensare a soluzioni anche a lungo termine

La fabbrica dei senzatetto a Gallarate (inserita in galleria)

L’ultimo caso emerso è quello dei senzatetto sgomberati dallo stabile davanti all’ospedale, ma il quadro è più ampio. Ed è questo che ha spinto un gruppo di associazioni gallaratesi a lanciare l’appello: «Gallarate può essere migliore. Può essere una città che vede, che affronta i problemi e i disagi anziché nasconderli. Una città che non schiaccia le persone in difficoltà, ma le aiuta a risollevarsi».

È un appello accompagnato dalla disponibilità a rimettersi a un tavolo per soluzioni, a partire da quella “emergenza freddo” che un giorno o l’altro si ripresenterà.

L’appello è firmato da Acli Gallarate, Acli Varese, Anpi cittadina, Arci Cuac, Associazione Assistenza Carcerati e Famiglie Gallarate, Associazione per la Pace, Associazione UPRE ROMA, Cgil provinciale, I Colori del Mondo onlus, Movimento Federalista Gallarate, Volontari Aval Gallarate. È una parte (salvo alcune voci come la Caritas) della rete che già si era mobilitata per cercare una mediazione sul caso delle famiglie sinti, dopo la scelta del Comune di smantellare l’area attrezzata di via Lazzaretto.

Un precedente che viene ora citato: «Lo scorso anno le famiglie del campo di via Lazzaretto, la scorsa settimana i senza tetto dall’ex-macello: un’Amministrazione che ancora una volta alle soglie dell’inverno trova naturale gettare in strada famiglie, anziani, minori e persone in difficoltà, anziché proporre interventi per il recupero di persone e di situazioni di disagio sociale. Di fronte a questo noi vogliamo rilanciare una richiesta ed una proposta per interventi in positivo».

gallarate generico
Lo sgombero dell’ex macello in via Pastori, davanti all’ospedale. Le persone che ci vivevano, tutte italiane, hanno in molti casi problemi di dipendenze e vivono spesso la giornata nelle piazze

«Come rete delle associazioni ribadiamo la disponibilità a costruire percorsi di inclusione ai quali contribuire con le nostre specifiche esperienze e competenze. Nel contempo chiediamo che l’Amministrazione comunale assuma le proprie responsabilità istituzionali ed attivi le iniziative concrete che un Ente Pubblico deve doverosamente prendere, ascoltando tutti gli attori sociali. Oltre a ricordare come il problema creato nei confronti delle famiglie Sinti (da un anno senza idonea soluzione) debba essere affrontato in termini non più di emergenza, ma con soluzioni condivise, sollecitiamo a porre attenzione alle emergenze ed ai disagi presenti in città, anziché negarli o “scacciarli“, come se riguardassero degli oggetti e non degli esseri umani».

E la prima richiesta su cui lavorare congiuntamente è quella per «individuare strutture idonee all’accoglienza per l’emergenza “freddo” che tra poche settimane determinerà pesanti situazioni per i senzatetto». Fino al 2016 era stata trovata una soluzione “stagionale” (solo nel periodo del freddo, nella foto), ma poi la cosa era stata ricondotta solo all’accoglienza a Casa di Francesco che prevede tempi di inserimento: di fatto era stato disattivato il dormitorio “agile” accessibile a tutti.

«L’Amministrazione comunale potrebbe meglio utilizzare le proprie strutture anche per queste finalità sociali, sia per le situazioni di emergenza, sia per una più ampia, lungimirante, pianificazione volta ad assicurare una soluzione definitiva, conforme alla dignità delle persone e della convivenza sociale. Lo sgombero di una proprietà comunale per ottenere un campo divenuto discarica abusiva o lo sgombero di un edificio per poi lasciarlo inutilizzato, con famiglie e persone lasciate per strada, paiono soluzioni di chi, lungi dal voler risolvere le contraddizioni, preferisce nasconderle. Gallarate è una città fortemente segnata da sfratti, situazioni di disagio, marginalità. Occorre occuparsene con politiche sociali e abitative adeguate, valorizzando anche le risorse del volontariato, agevolando un’azione coordinata, anziché restringere gli spazi e rifiutare il dialogo. Noi, ci siamo».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 23 Ottobre 2019
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