Spazi al Maga e biblioteca “storica”: l’assessore Palazzi spiega il progetto del Polo culturale

L'operazione costa un milione di euro e sta facendo discutere: abbiamo provato a chiarire alcuni degli aspetti

Generico 2018

Sta facendo discutere l’ipotesi – ormai concreta – del Polo Culturale che trasferirà la biblioteca civica negli spazi del Maga. Una scelta, ha chiarito l’assessore Claudia Mazzetti, dettata anche da motivazioni economiche, per “alleggerire” il peso dei costi in capo alla Fondazione Zanella, che oggi gestisce tutto lo spazio in via De Magri.

L’aggregazione in un’unica struttura ha sollevato alcune perplessità, sugli spazi, sul patrimonio che sarà trasferito da piazza San Lorenzo a via De Magri, sul destino dell’edificio (storico) che oggi ospita la biblioteca Majno. Ne abbiamo parlato con l’assessore alla cultura Massimo Palazzi.

Assessore, non c’è una distanza tra il progetto della Commissione che ha lavorato sul Polo Culturale e la prospettiva di “salvataggio” del Maga evocata lunedì dall’assessore Mazzetti e dal sindaco?
«Partirei da un elemento di fondo: l’idea che si vuole realizzare prescinde da una stretta valutazione sugli spazi. Quel che si vuole fare è puntare sulla biblioteca a scaffale aperto, che allo stato attuale non c’è. La biblioteca del Polo non è più orientata alla sola conservazione di libri, perché la maggior parte rimarrà a Palazzo Mezzanotte (l’attuale biblioteca di piazza San Lorenzo, ndr), così come l’emeroteca. Al nuovo Polo Culturale vengono portati 40mila libri che servono a una funzione: realizzare la biblioteca a scaffale aperto, che crea un contatto diretto tra libro e utente, senza mediazioni. Come del resto nella maggior parte delle biblioteche: già oggi si fa a Palazzo Mezzanotte, in piccola parte, ma qui costituirebbe un intervento completamente diverso e ambizioso. Ci saranno circa 40mila libri, che saranno anche implementati, con un aumento dell’importo a bilancio, dopo anni di ristrettezze. Facciamo un investimento in cultura».

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La biblioteca a scaffale aperto di Modena, visitata dagli assessori Palazzi e Mazzetti e indicata come uno dei modelli di riferimento

Dunque al Polo Culturale andrebbero 40 mila volumi, ma circa 60mila rimarrebbero in piazza San Lorenzo…
«Una parte del patrimonio sarà però trasferita anche nella biblioteca digitale. Una mia idea è di finire anche la catalogazione del fondo antico e digitalizzare tra l’altro un patrimonio che noi abbiamo, il Gridario teresiano: 2400 documenti del periodo  di Maria Teresa d’Austria, un documento unico, che abbiamo solo noi. Vorrei portare questa digitalizzazione come “dono di nozze” per il Polo Culturale. Da portare nella sala C, la famosa sala che vedrà un connubio tra arte digitale e patrimonio librario digitalizzato» (clicca qui per vedere la mappa del progetto per il primo piano, ndr).

La biblioteca attuale rimane in funzione e presidiata? Come si realizzano allora i risparmi?
«Non credo ci saranno risparmi economici, i costi della gestione della biblioteca rimarranno gli stessi. Ma non è un tema economico, é una diversa prospettiva: la biblioteca si trasferisce al Maga perché l’utenza si è trasferita in parte al Maga, come gli studenti. È giusto che la biblioteca si adatti alle esigenze contemporanee, indipendentemente comunque da risparmio economico. Comunque era necessario rivisitare il sistema biblioteca. Le soluzioni prospettate in passato – Palazzo Minoletti, la ristrutturazione dell’edificio di via Bottini, la nuova ala in piazza San Lorenzo – sarebbero comunque state più onerose. Rispetto a quelle soluzioni, questa consente un incremento funzionale e ammodernamento della biblioteca. Sicuramente l’aspetto economico-finanziario ha dato un impulso, ma a fronte di un bisogno che esisteva e che si doveva affrontare comunque: è una buona occasione per realizzare qualcosa di diverso. E di un Polo culturale ne parlava già dal libro di Zanella del 1997».

Nuova giunta Cassani
Massimo Palazzi

Parliamo degli ambienti: uno degli spazi previsti per la biblioteca è la sala espositiva al piano terra. È stato fatto notare che è uno spazio privo di luce naturale: questo non costituisce un problema?
«Fino a ieri l’idea era realizzare una apertura verso la sala più grande e riaprire le finestre esistenti sul lato che affaccia all’esterno. Dopo un ulteriore sopralluogo di oggi (giovedì 24 ottobre), valutiamo invece di aprire lo spazio solo verso la sala interna, recuperando da lì luce. In ogni caso non è detto si debba intervenire sull’involucro; qualora si intervenga, si valuta anche la riapertura delle finestre esistenti».  (clicca qui per vedere la mappa del progetto per il piano terra, ndr).

Al di là del deposito dei libri, quale futuro si può immaginare per l’edificio dell’attuale biblioteca?
«Per Palazzo Mezzanotte valuteremo la destinazione ad uffici comunali: non è escluso che si possa arrivare a un trasferimento dell’ufficio cultura e dell’assessorato (attualmente in municipio in via Verdi, ndr). Come dicevo, riteniamo che si debba lasciare in piazza San Lorenzo l’emeroteca, che ha anche un’utenza più anziana. Una mia idea sarebbe poi quella di incrementare il fondo della parte antica e arrivare ad ospitare a Palazzo Mezzanotte quelle iniziative di carattere più di nicchia, convegni di carattere storico, archivistici. Farne insomma un luogo di studio della biblioteconomia. Sicuramente Palazzo Mezzanotte  non verrà abbandonato, abbiamo anche partecipato anche a bandi per interventi di ristrutturazione».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 24 Ottobre 2019
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