Il vecchio cervo morto nel parco per un duello d’amore

Non è stato cacciato di frodo dai bracconieri, ma vittima di un esemplare più giovane

Avarie

Ha combattuto come un gladiatore nel centro dell’arena fino all’ultimo quando il sangue perso dalla zampa trafitta all’altezza della coscia dai palchi di un maschio più giovane l’ha lasciato senza forze: si girava su se stesso di continuo, come stregato dalla danza dell’amore che stava trasformandosi nell’ultimo gesto di vita.

Accecato da un occhio e con evidenti segni di un combattimento recente, il grande cervo del parco Pineta trovato agonizzante nell’erba non è rimasto vittima non dei bracconieri come in un primo momento sembrava, ma della selezione naturale, un decesso alla fine causato dell’avvicendamento delle stagioni che quell’ungulato di 160 chili ha visto nascere e morire parecchie volte.

Fino all’ultimo autunno, quello che si è spento nel corso della degenza da un veterinario chiamato dal nucleo ittico venatorio della polizia provinciale.

L’allarme è scattato dopo il combattimento avvenuto nella notte tra venerdì e sabato a Tradate, nell’area boschiva del Parco Pineta, vicino all’Osservatorio, in via dei Ronchi.

Al mattino alcuni residenti hanno udito dei bramiti provenienti dal bosco e hanno avvertito le autorità. In questi cai l’ente “istituzionale” che ha il compito di intervenire è proprio la polizia provinciale.

Non sempre accade però, a causa dei noti problemi di organico e soprattutto legati agli orari: difficilmente le squadre sono disponibili durante le ore notturne, quando invece servirebbe una maggiore presenza proprio a causa dei numerosi sinistri stradali con animali coinvolti che in modo (l’abbattimento) o nell’altro (trasporto e cure) andrebbero trattati. Problemi di budget, naturalmente, non di zelo nel compiere un lavoro professionalmente qualificato, proprio come il servizio avvenuto sabato mattina.

La squadra infatti ha raggiunto il parco direttamente con un pick-up attrezzato per il trasporto dell’animale che una volta individuato è stato sedato con un colpo di carabina a tranquillante, immobilizzato e trasportato tramite una gabbia in legno verso un luogo sicuro.

Purtroppo il cervo non è sopravvissuto, proprio a causa delle sue condizioni: ha perso sì del sangue nello scontro cruento con un altro appartenente alla sua specie per il controllo del territorio, ma le lesioni principali erano, secondo un primo rilievo, quelle riportate al capo e al muso.

Colpi violenti che gli hanno probabilmente causato le lesioni letali. E ad una più approfondita analisi, quel foro all’altezza della coscia così profondo da intaccare i piani muscolari altro non era che un colpo di “corna” (si chiamano palchi) sferrato dal pretendente.

Una precisazione doverosa vista la notizia legata all’uccisione indebita con un’arma da fuoco inizialmente circolata ma poi risultata priva di fondamento, grave soprattutto per via che sarebbe avvenuta all’interno di un’area protetta dove vivono comunità di cervi che fin qui si spingono anche a causa dell’insolito caldo di quest’anno che sembra protrarre più in là la stagione degli amori (che di solito termina nella prima parte di ottobre).

Morto sì ma come succede per i lottatori di razza, con onore.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 28 Ottobre 2019
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