Il Glicine di Antonella chiude, “per felicità”
La sua titolare: "Lascio il negozio dopo oltre trent'anni ma non sarà una vetrina spenta". Dalle prossime settimane l'attività ripartirà con una nuova gestione
Dopo più di trent’anni di attività chiude Il Glicine di Angera. La saracinesca del piccolo negozio di abbigliamento, molto conosciuto nella zona del Basso Verbano, non si abbasserà definitivamente ma la sua proprietaria, Antonella Tarabella, passerà il testimone a una nuova gestione che subentrerà nelle prossime settimane.
«Non chiudo per necessità ma per felicità – racconta Antonella -. Perché è arrivato il momento, anche se mi mancheranno il mio lavoro e le clienti che negli anni sono diventate delle amiche. Il mio negozio mi ha restituito moltissimo in questi anni e vorrei che passasse un messaggio positivo: aprire un’attività, anche in un piccolo paese è possibile e può dare molte soddisfazioni».
Il segreto del successo di Antonella e del suo Glicine, aperto nel 1984 e diventato negli anni molto più di un negozio “di tendenza” ma un vero e proprio punto di riferimento, capace di reggere sia agli anni della crisi che all’arrivo delle grosse catene della moda a pochi chilometri di distanza, sta forse proprio in questo ottimismo, nella creatività e nel gusto. Quello che è certo è che la passione che la titolare ha messo nel suo lavoro, personalizzandolo ogni giorno e accogliendo ogni cliente, conosciuto o meno, con il sorriso e la gentilezza, hanno contribuito molto a costruire una rete di relazioni che è andata ben oltre i confini del paese e dei comuni vicini.
Per “celebrare” la storia di questa piccola realtà angerese è stato organizzato un evento di festa al quale ha partecipato anche il vicesindaco Marco Brovelli che ha consegnato una targa dell’amministrazione comunale.
«Ringrazio tutte le persone che mi hanno accompagnato in questi anni – ha concluso Antonella – e sono felice per quello che ho fatto finora. Credo molto nell’importanza “sociale” dei piccoli negozi e, anche se è difficile, invito a difenderli e a creare le condizioni affinché possano continuare ad esistere. Per quanto mi riguarda ho fatto il possibile. La mia vetrina cambierà ma le luci non si spegneranno».
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