Quando la scienza unisce: mattinata di studio in memoria di Salvatore Furia
Si terrà mercoledì 20 novembre nell’aula magna dell’Università dell’Insubria, in via Ravasi 2 a Varese
Il lascito culturale di Salvatore Furia, indimenticato fondatore della società astronomica Schiaparelli all’Osservatorio del Campo dei Fiori, è al centro del convegno «Quando la scienza unisce», mercoledì 20 novembre nell’aula magna dell’Università dell’Insubria, in via Ravasi 2 a Varese dalle 9 alle 12.30.
L’iniziativa, promossa dall’ateneo in collaborazione con il Comune e la società Schiaparelli, è aperta al pubblico e fa parte di una settimana di eventi dedicata al premio Ecologia Città di Varese Salvatore Furia.
In particolare la mattinata di studio vuole ricordare le attività di Furia, anche attraverso divertenti aneddoti vissuti direttamente dai protagonisti di quegli anni, e insieme valutare come la scienza possa essere un elemento di aggregazione importante per la nostra società.
Danno il via ai lavori il rettore Angelo Tagliabue e il direttore del dipartimento di Scienze teoriche e applicate Mauro Ferrari, ai quali seguono il sindaco e il vicesindaco del comune di Varese Davide Galimberti e Daniele Zanzi, il presidente della società Schiaparelli Vanni Belli e il presidente della Provincia Emanuele Antonelli.
Si entra nel vivo con la testimonianza del giornalista Gianni Spartà, autore della biografia di Furia «Pensieri positivi», titolo che ricorda le due parole con le quali Furia chiudeva i suoi bollettini meteo alla radio: «Grande educatore, geniale divulgatore, fondatore di un osservatorio astronomico e di una scuola di naturalisti, alcuni dei quali hanno fatto carriere accademiche: Salvatore Furia merita l’omaggio che gli riserva l’Università dell’Insubria con questo convegno. Lo chiamavano professore riconoscendo alle sua attività di autodidatta assoluta autorevolezza scientifica. In verità è stato un maestro, titolo che solo in apparenza suona meno solenne».
Antonio Orecchia, docente del corso di Storia e storie del mondo contemporaneo e direttore del centro di ricerca «Mass media e società» che è tra i promotori del convegno, propone un intervento su «I temi ambientali tra politica e società civile», parlando anche di Greta Thunberg.
Luca Molinari, allievo di Furia e oggi noto docente di fisica teorica all’Università statale di Milano, cresciuto all’Osservatorio sin dall’età di sedici anni, condivide ricordi e insegnamenti: «Dire, ma non fare, è tempo perso… Il comandante, così lo chiamavo, diceva spesso che la conoscenza va condivisa, chi più ha più dà».
Paolo Valisa, riconosciuta voce delle previsioni meteo regionali e meteorologo del Centro Geofisico Prealpino, spiega «Le previsioni del tempo, il meteo come veicolo culturale».
Damiano Preatoni, docente di Scienze ed esperto di modelli ambientali per la conservazione della biodiversità, tratta il tema «Percorsi di scienza in sinergia: dai big data all’open access, la valenza della multidisciplinarietà».
Vincenzo Maffei, geologo, esperto di idrologia e tecnico all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, racconta un singolare episodio che lo ha coinvolto in gioventù nell’intervento «Il Lago di Varese: dalla fontana di Piazza Montegrappa ai più recenti studi idrologici».
Conclude Bruno Cerabolini, docente di Ecologia vegetale all’Insubria ed esperto di flora e vegetazione, che tratta temi cari a Salvatore Furia: «Dalla botanica all’ecologia: gli habitat e i paesaggi vegetali come fulcro ella conservazione ambientale».
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