“L’autista non ha aperto perchè di colore”

E' arrivata anche a Varesenews la lettera inoltrata questa mattina a CTPI e Autolinee Varesine, riguardante un fatto avvenuto nella mattina di lunedì 11: a farlo, una dei testimoni dell'accaduto. La risposta di Autolinee Varesine

autobus pullman

Vi inoltro per conoscenza la lettera che ho mandato questa mattina al Consorzio Trasporti Pubblici Insubri, riguardante un fatto avvenuto nella mattina di lunedì 11 novembre 2019, in qualità di cittadina testimone dell’accaduto.

Marzia Giovannini

 

Spettabile Consorzio Trasporti Pubblici Insubri,

volevo segnalare alla Vostra attenzione un episodio accaduto stamattina, alle ore 9.15, alla fermata di via Morandi n. 9 della Linea Urbana P (da Velate a Olona) autobus n. 153, di cui sono stata testimone insieme ad altri cittadini.

Mentre l’autobus era ancora in sosta alla fermata, si avvicinava alle porte posteriori per salire sul mezzo un ragazzo di colore. L’autista chiudeva le porte e, malgrado il ragazzo bussasse ripetutamente per farsele riaprire e l’autobus, per il traffico, non riuscisse a riprendere immediatamente la marcia, l’autista non consentiva all’utente di salire sul mezzo.

Auspicando che l’episodio non sia dipeso dal colore della pelle dell’utente (anche se, purtroppo, l’impressione che i testimoni ne hanno ricavato è stata proprio quella), Vi invito a voler verificare l’accaduto.

Stante la gravità dell’episodio, mi riservo di comunicare la notizia alla stampa, restando comunque a Vostra disposizione per qualsiasi ulteriore informazione.

 

LA RISPOSTA DI AUTOLINEE VARESINE

Gentile avvocato Giovannini,
la ringrazio per la sua preziosa e dettagliata segnalazione, che provvederemo a verificare con l’autista coinvolto.
Le garantisco tuttavia che, di fronte ad episodi di questo genere, la spiegazione è quasi sempre molto più semplice di quanto possa apparire: il passeggero può non essere stato visto dal conducente. Del resto l’autobus numero 153, come tutti quelli di tale modello (Iveco Irisbus Cityclass), non è dotato di telecamere esterne e dunque una volta che le porte vengono chiuse, l’autista non ha alcuna possibilità di vedere eventuali utenti che arrivano in fermata all’ultimo istante: anche perché tendenzialmente, a quel punto, guarda solo lo specchio di sinistra per la reimmissione in carreggiata, e non quello di destra che dà invece la visuale sul marciapiede.

Al tempo stesso, non è sempre facile – per i numerosi suoni del traffico e dell’autobus stesso – cogliere al posto di guida (ovvero 10/12 metri più avanti) il rumore di un passeggero che bussa alle ormai chiuse porte posteriori del mezzo: senza contare infine che, se l’autobus è in orario e il passeggero è in ritardo, il conducente ha tutto il diritto (e il dovere) di riprendere la marcia il prima possibile.

Siccome le discriminazioni legate al colore della pelle rappresentano un tema drammaticamente serio e purtroppo decisamente attuale nel nostro Paese, credo però che certi episodi vadano valutati indipendentemente da questa o da qualsiasi altra caratteristica dei soggetti coinvolti, passeggeri o autisti che siano, ma debbano appunto essere analizzati nella loro piena oggettività, al netto di qualsiasi potenziale pregiudizio.

Le assicuro infatti che assisto quotidianamente ad episodi molto simili a quello da Lei descritto, in cui qualche passeggero giunge all’ultimo istante in fermata e non riesce a salire a bordo, pur bussando alle porte posteriori del mezzo: in questi casi, se l’autista se ne accorge apre volentieri le porte; se non se ne accorge, riprende regolarmente la marcia verso la fermata successiva. Tutto ciò, appunto, indipendentemente dal colore della pelle, dal genere, dall’età o da qualsivoglia altra peculiarità dell’utente.

A disposizione per ulteriori chiarimenti, La saluto cordialmente e Le auguro una buona giornata.

Marco Regazzoni
Ufficio relazioni esterne – Autolinee Varesine

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Novembre 2019
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