L’estate che cambiò l’Inghilterra: “Peterloo” al Cineforum di Besnate
La storia e la battaglia per i diritti civili sugli schermi del Cinema Teatro "Incontro" di Besnate nel corso della proiezione autunnale del Cineforum: "Peterloo" di Mike Leigh.
Inghilterra, 16 agosto 1819: il trombettiere Joseph (interpretato da David Moorst) è tornato a Manchester dopo la battaglia di Waterloo, ma ad aspettarlo c’è nell’aria un crescente livore del popolo britannico, sfinito sempre più dall’aumento dei dazi sul grano e dallo scontento del dopoguerra. Oltre al malcontento aumenta anche il desiderio, da parte del popolo, di essere rappresentato nella camera dei comuni: da qui la protesta pacifica di 60.000 civili a St. Peter’s Field del 1819 (con l’intervento del famoso oratore Harry Hunt – nel film a dargli il volto è Rory Kinnear), repressa nel sangue a causa dei timori e del panico diffusosi tra i borghesi e le forse di polizia. Quel giorno morirono 15 persone, mentre i feriti ammontarono a 700.
Peterloo, di Mike Leigh, è la pellicola che lunedì 18 novembre 2019 verrà proiettata al Teatro Cinema Incontro nel corso della rassegna autunnale “Riportami a casa. Legami e distacchi nel tempo di migrazioni ed iperconnessioni”.
Storia, scontro tra classe dirigente e proletariato, diritti civili: Peterloo è questo, ma anche altro, perché tratta anche la nascita dello stato moderno. Come si legge su “Internazionale”, viene poi toccato anche il tema del ruolo della stampa, in senso lato: «Peterloo non è solo un film sul ruolo della stampa, cioè lo scritto ad alta diffusione, nella nascita della democrazia moderna, ma su quanto abbia contato la dimensione orale. Scritto e oralità, dimensione analitica ed emotività andavano mano nella mano».
Nella pellicola si vede, inoltre, il ruolo fondamentale dei giornalisti del “Manchester Observer” (quotidiano progressista) nel far arrivare Hunt a Manchester.
Molti giornali dell’epoca riportarono i fatti sanguinosi di quella giornata; inoltre, l’inviato del “Times of London” (conservatore) era stato arrestato. «Lo scandalo fu grave. E si ritiene che quei fatti abbiano portato al lento processo di origine, cento anni dopo, del suffragio universale, oltre che alla nascita di giornali come “The Guardian”», scrive Francesco Boille su “Internazionale“. E, ancora, su “Il Manifesto“: «In fase di ricerca i quotidiani dell’epoca mi hanno affascinato: come oggi c’erano giornali di sinistra e di destra ma la cosa interessante è che il “Times of London”, ad esempio, pur essendo un giornale conservatore ha riportato esattamente ciò che era accaduto in ogni minimo dettaglio. Oggi, per quanto abbia motivo di essere estremamente cinico nei riguardi di gran parte della stampa, credo ancora appassionatamente in quella che invece fa il suo dovere».
Per ulteriori informazioni, qui il sito dell’Incontro
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