Una mostra a Velate racconta l’incredibile storia della carta Varese

Sarà sabato 23 alle 16 il vernissage di una delle mostre più interessanti e “varesine” dell’anno

Donne e doni, la storia della carta Varese

Sarà sabato 23 alle 16 il vernissage di una delle mostre più interessanti e “varesine” dell’anno.

“Varese 1902. Storie di donne, storie di doni” che aprirà domani, fino all’8 dicembre, al Battistero di Velate racconta infatti di un mito varesino che rischia l’estinzione: la carta Varese.

ALLA RISCOPERTA DI UNA PREZIOSITA’ ARTIGIANA VARESINA

«Una mostra che nasce da un prestito tanto prezioso quanto inaspettato – spiega la curatrice Carla Tocchetti – Quello di una collezione privata di un centinaio di fogli della preziosissima carta, dalle quale circa la metà sarà in mostra al battistero. Da lì abbiamo scoperto quanto la storia di questa carta, realizzata con stampi antichi che provenivano dal veneto, si sia intrecciata con i grandi nomi del novecento della città».

In particolare, il nome più importante e ricorrente è quello dei Ponti, la famiglia delle ville omonime e dell’isolino Virginia: «A far rinascere quelle preziosa carta, e a dargli il nome di “carta Varese” sono state quattro donne della famiglia: le tre figlie di Virginia Ponti (quella a cui è dedicato l’Isolino, ndr) : Ester coniugata Esengrini, Maria che andrà sposa al conte Pasolini, Antonia che si mariterà con il conte Gianforte Suardi, e la nuora, la siciliana Remigia Spitaleri dei Baroni Muglia moglie di Ettore, sindaco di Milano. Hanno ricominciato loro, nel 1902, la produzione artigiana, che poi veniva commercializzata da un antiquario di via san Martino Giuseppe Rizzi. Da li quella carta ha fatto il giro del mondo, perchè Rizzi portò Carta di Varese all’Expo di Bruxelles del 1910, conquistando clienti fino a New York».

Quello che sarà in mostra al battistero di Velate sarà anche una storia di emancipazione femminile, anche se proprio agli albori: attività in particolare legate alla promozione delle Belle Arti e del progresso sociale femminile.

Donne e doni, la storia della carta Varese

GIOIELLI D’ARTISTA DEDICATI ALLE DONNE DELLE FAMIGLIA PONTI

Alle “donne Ponti” è dedicata anche una parte artistico-fashion della mostra: ALF, pseudonimo dell’artista perugina Adele Lo Feudo, ha realizzato infatti per l’occasione preziose miniature-gioiello ornate da antichi monili, ispirate alla galleria dei ritratti della famiglia Ponti e ad alcune celebri donne dell’epoca -Edwige Toeplitz, Maria Teresa d’Austria e Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena.

In mostra infine ci saranno anche curiosi oggetti realizzati in Carta di Varese originale dal rigattiere varesino Giampaolo Pensa, oggi novantaduenne, che conobbe di persona alcuni dei protagonisti di questa storia.

«Una storia tanto intensa e tanto varesina – Precisa Tocchetti -mai raccontata prima e perciò poco conosciuta: bisognerebbe scriverci un libro. E non escludo di farlo prima o poi» Per ora, per chi visiterà la mostra sarà disponibile una brochure realizzata dall’Associazione Beautiful Varese ce fissa le memorie raccolte, in attesa di una pubblicazione più completa sull’argomento.

Donne e doni, la storia della carta Varese

“UN MODO PER RISCOPRIRE LE PROPRIE ORIGINI”

Il progetto è attuato da Beautiful Varese International Association in partenariato con il Comune di Varese e il patrocinio della Fondazione Comunitaria del Varesotto: «La mostra espone i risultati un lavoro veramente interessante non solo sulla carta Varese, ma su delle donne che hanno reso grande la nostra città – ha commentato Francesca Strazzi, assessore alle periferie – Sarà un modo per riscoprire o conoscere maggiormente le proprie origini»

LE INFO SULLA MOSTRA

Il Battistero sarà aperto dal 23 novembre 2019 al 8 dicembre, dal giovedi alla domenica dalle 14 alle 18 (la domenica mattina anche dalle 11 alle 13). I tutorial di oggetti decorati vintage si terranno il 7 e l’8 dicembre dalle ore 15 alle ore 18 (informazioni su costi e prenotazioni a carlatocchetti@gmail.com). Il vernissage si terrà sabato 23 novembre alle ore 16.00.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Novembre 2019
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