Ospedali in vendita: dopo Cuasso toccherà a Velate
È ancora al vaglio di regione Lombardia la manifestazione di interesse per vendere l'ospedale di Cuasso. Dopo toccherà a Velate ma prima occorrono dei passaggi tra cui il completamento del Del Ponte
La manifestazione di interesse per la vendita dell’ospedale di Cuasso è quasi pronta.
L’assessore al Welfare regionale Giulio Gallera ha detto che la proposta redatta dalla direzione dell’Asst Sette Laghi è ancora in fase di approvazione ma che il percorso si sta per concludere.
Una volta ottenuta la luce verde da Regione Lombardia si potrà procedere per mettere fine a una gestione “in perdita” del presidio che, viceversa, il territorio vorrebbe rilanciare: « Nei giorni scorsi – ha ricordato il presidente della Commissiona salute della regione Emanuele Monti – la direzione dell’Asst al completo ha incontrato i sindaci del territorio. È stata la priva volta che tutta la direzione si è mossa per confrontarsi con il territorio. Le posizioni sono davvero molto vicine: la proposta messa a punto dalla Comunità montana rispecchia la filosofia di fondo dell’azienda e sono convinto che si troverà presto una soluzione ottimale per tutti».
E dopo l’ospedale di Cuasso toccherà a quello di Velate. La vendita era già stata annunciata nel 2006 ma, di fatto, il presidio continua a svolgere la sua funzione per alcuni laboratori riabilitativi della neuropsichiatria infantile e dell’odontoiatria. Finchè non si potrà procedere al trasferimento dei servizi negli ospedali del centro cittadino, l’inalienabilità di Velate rimane certa.
Gli studi dentistici dovranno trasferirsi appena sarà pronto il monoblocco 2 i cui lavori dovrebbero partire dal gennaio prossimo.
La neuropsichiatria infantile è rimasta “fuori” dal nuovo Del Ponte ma forse, con il terzo lotto, il suo trasloco sarà attuabile. I tempi per il completamento dell’ospedale della donna e del bambino non si sanno ancora. Mancano anche i finanziamenti ma su questo tema il presidente Monti ha assicurato che «presto si potrà dare la notizia che la città aspettava da tanto tempo».
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