Piccolomo, la storia e il processo a “Un giorno in pretura”
La seconda parte della trasmissione che ha messo in luce diversi aspetti di un fatto di cronaca risalente a 16 anni fa
L’oro di mamma Marisa trovato dalle figlie nel forno di casa, dentro al tupperware da cui mai si separava e “requisito“ dal marito Giuseppe: «Questo lo tengo io, ve lo darò a tempo debito».
Le polizze assicurative con le clausole che triplicavano il capitale in caso di morte per incidente stradale e sottoscritte pochi mesi prima di quel sinistro fatale che tolse la vita alla donna, 49 anni, morta bruciata nell’auto del marito a Caravate, nel febbraio 2003.
Ma, secondo la corte, non si trattò di una disgrazia della strada bensì di omicidio. La seconda parte di “Un giorno in pretura“ andata in onda domenica sera su Rai tre ha portato alla ribalta nazionale i particolari di un caso finito mesi fa nelle cronache locali: il processo a Giuseppe Piccolomo killer delle mani mozzate già in carcere per l’omicidio di Carla Molinari, quel “caso“ di cui parlò il mondo intero e che sconvolse l’ambiente sornione e non ancora addormentato dall’inverno della provincia profonda.
Ne è uscito lo spaccato di una famiglia del sud con due coniugi lavoratori e tre figli che si fondava sulla pazienza e l’amore di una madre che a stento riusciva a contenere l’esuberanza anche violenta di un marito, un padre padrone il cui ricordo d’infanzia esplicitato dalle figlie Tina e Nunzia è bastato per rigare le loro guance di lacrime.
Alla fine di questa vita coniugale ciò che ha causato il deflagrare della famiglia sembra essere stato l’arrivo al ristorante gestito dai due coniugi a Caravate di una figura centrale di questa storia, la lavapiatti marocchina di cui Piccolomo si invaghì.
Le parti civili non hanno faticato molto a ricondurre questo rapporto sentimentale come movente che ha portato all’omicidio, fatto che ha poi convinto la corte d’Assise di Varese – due giudici togati e sei popolari – a stilare il verdetto: ergastolo e provvisionale di 50 mila euro a titolo di risarcimento per entrambe le parti civili.
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