Savinelli e la tradizione, lezione di vita per gli studenti

La più grande fabbrica di pipe al mondo si svela ai giovani studenti delle classi terze delle medie nell’ambito del progetto “Pmi Day“

Savinelli, storia della tradizione

Saper aspettare. Non esagerare. Prendersi cura. Oggi il mondo è sempre più impermeabile al fumo, e ai ragazzi che hanno visitato Savinelli Pipe, questa mattina, è stato ben spiegato.

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Ma la lezione che i giovani della terza media di Comerio hanno ascoltato parlava proprio di questo, della pipa, oggetto metaforico: poco tabacco è uguale a poca resa, una quantità maggiore vuol dire invece una durata più lunga, ma che obbliga a seguire quello che accade in una sorta di vulcano tascabile (la definizione è di Gianni Brera, ma riferita ai sigari toscani), senza esagerare ché tanto, per chi apprezza questo rito, di tempo ce n’è.

Sonia Rivolta, amministratore delegato della Savinelli Pipe 1876 srl «la più grande fabbrica di pipe del mondo» ha illustrato con grande maestria quanto viene fatto nello stabilimento sorto su di in un lento declivio lungo i primi e dolci contrafforti che anticipano il Campo dei Fiori già innevato.

Savinelli, storia della tradizione

Loro, i ragazzi della terza, sono arrivati a piedi con le prof e con grande attenzione hanno seguito l’intero iter della produzione in quella giornata che l’Unione degli industriali della provincia di Varese offre alle nuove generazioni di quell’età in cui è necessario prendere la prima strada, di studio, verso il percorso che porterà alla maturità.

L’iniziativa si chiama “Pmi Day“ e spazia in decine di imprese visitate ogni anno e diffuse in ogni angolo della provincia di Varese.

Dunque le porte della Savinelli si sono aperte svelando la magia che avviene grazie alla scelta – e poi alla maturazione per almeno cinque anni – delle radici di radica di erica arborea provenienti dall’area mediterranea italiana che vengono sagomate, levigate, forate e decorate per trasformarle nell’oggetto del desiderio per un esercito di fumatori fortemente affievolitosi col tempo ma che ancora sa apprezzare gesti antichi, come assaporare un bicchiere di vino rosso o godere le qualità di un tabacco.

Ogni pezzo viene sottoposto ad almeno 90 passaggi di mano, e alla fine ne esce un prodotto di altissima qualità, finito negli anni fra le mani di personaggi icona come il presidente Sandro Pertini o Enzo Bearzot, irriducibili della pipa, e delle Savinelli in particolare.

L’azienda produce ogni anno 80 mila pezzi «ma un secolo fa», racconta la ad Rivolta, «l’azienda Rossi, qui vicina e in seguito acquisita, ne produceva 100 mila in un solo giorno». Tempi che cambiano, tradizione che resta, grazie alle mani delle maestranze, una quarantina, che lavorano nello stabilimento di Barasso.

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Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Novembre 2019
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