Armi, droga e bar. Così la ‘ndrangheta voleva mettere le mani su Nerviano
Dalla maxi-operazione "Rinascita-Scott" contro il clan Mancuso e le sue ramificazioni emerge il progetto di aprire una "locale" nella cittadina. Tutto girava attorno al bar di Paolo
Nella maxi-operazione contro la ‘ndrangheta e in particolare contro il clan Mancuso di Limbadi non potevano mancare alcune esecuzioni di custodia cautelare anche nella zona tra il Varesotto e il Milanese. A finire in manette questa mattina all’alba sono stati Filippo Grillo, residente a Nerviano, Paolo Vanacore, residente a Uboldo, Salvatore Valenzise, residente a Castiglione Olona. Un arresto sarebbe stato eseguito a Lavena Ponte Tresa.
I tre sono finiti nella maxi-operazione della Dda di Catanzaro, diretta dal Procuratore Nicola Gratteri, e che ha portato in carcere 334 persone. Si tratta della più grande operazione contro l’organizzazione mafiosa calabrese.
Sulla scorta delle dichiarazioni del pentito Bartolomeo Arena, infatti, gli investigatori sono riusciti a ricostruire un passaggio di armi avvenuto con la collaborazione di Filippo Grillo e Paolo Vanacore (proprietario di un bar di Nerviano).
In concorso tra loro e con la collaborazione di un idraulico di Nerviano hanno detenuto e portato in luogo pubblico più armi da fuoco e relativo munizionamento. In particolare Arena ha consegnato le armi a Filippo Grillo che le avrebbe consegnate a Paolo Vanacore, il quale prima le ha custodite nel proprio bar per poi consegnarle all’amico idraulico al fine di eludere i controlli presso il suo esercizio commerciale. Lo scorso 2 novembre i carabinieri hanno trovato le armi nel deposito dell’idraulico, nascoste in un’aspirapolvere.
Le dichiarazioni di Arena sugli interessi nervianesi della ‘ndrangheta non si fermano qui. Nell’interrogatorio del 18 ottobre scorso, infatti, il pentito racconta della volontà di un gruppo di creare una locale di ‘ndrangheta a Nerviano a seguito di una scissione all’interno del nuovo gruppo Ranisi ad opera di Francesco Antonio Pardea e dello stesso collaboratore Arena.
Ciò si è verificato dopo che questi ultimi si sono allontanati volontariamente da Vibo Valentia senza comunicare nulla agli altri sodali, i quali si sono risentiti della mancata partecipazione di tale allontanamento. In tale occasione i due sodali si sarebbero recati a Nerviano dove intendevano formare una nuova locale di ‘ndrangheta con il beneplacito dei vertici della locale di Seregno, ovvero i Gallace. Inoltre, erano in corso trattative finalizzate a concludere un traffico di sostanze stupefacenti.
Dal verbale di interrogatorio reso da Arena, in data 24 ottobre 2019: «Ci siamo spostati di nostra iniziativa senza dare conto a nessuno con l’intenzione di aprire una Locale a Nerviano con il benestare del Locale di Seregno con in testa Vincenzo Gallace e di mettete su un traffico di sostanze stupefacenti, anche grazie ai contatti con Filippo Grillo, soggetto con il grado di “Sgarro” nella Locale di Seregno, e con un altro soggetto legato ai De Stefano e che poteva essere finanziato a tal fine da Carmine De Stefano».
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