“Cassani ostaggio di ogni singolo consigliere, come andrà avanti?”

Il segretario Pd Davide Ferrari risponde alla lettera dell'ex assessore leghista Paolo Bonicalzi, che difende la continuità dell'amministrazione Cassani

Politica varia

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato firmato dal segretario del Partito Democratico di Gallarate Davide Ferrari

Questa sera si discuterà della mozione di sfiducia al sindaco Cassani. Ho letto con attenzione la lettera inviata dall’ex assessore Bonicalzi – una delle rarissime uscite pubbliche da parte di esponenti della Lega Nord gallaratese: vorrei trarre spunto da alcune sue affermazioni per sviluppare qualche riflessione.
Bonicalzi ci tiene a farci sapere che lui pensa che Cassani non emergerà alcun illecito. Io dico, come ha fatto il mio Partito sin dalle prime notizie circa il terremoto giudiziario che ha squassato l’edificio dell’amministrazione gallaratese, che spero e voglio credere che sia così. Spero e credo che il primo cittadino della mia Città non abbia nulla a che fare con il quadro di corruzione dipinto dalle inchieste di questi mesi.

Il coinvolgimento o meno del sindaco di Gallarate nelle note vicende giudiziarie non è l’argomento di cui discuteremo stasera: stasera discuteremo delle responsabilità politiche del capo dell’amministrazione sotto la quale i fatti al centro delle indagini sono avvenuti. Del fatto che il sindaco, da innocente quale sicuramente è, non si sia accorto di ciò che avveniva sotto i suoi occhi, sembrerebbe anche per l’opera di un membro di giunta imposto, secondo dichiarazioni dello stesso Cassani, contro la sua volontà.
Una simile cecità è peraltro da estendere al gruppo consiliare della Lega nord, che nei consigli dove si discuteva degli atti frutto di probabili accordi corruttivi – l’adozione del Piano di Governo del Territorio – rivendicava il pieno sostegno all’operato dell’assessore Petrone e che, di fronte alle incongruenze sottolineate dalle opposizioni, rispondeva con il dileggio e sottolineando di aver visionato attentamente tutti i documenti posti in votazione.

E qui veniamo all’essere ‘persone tutte d’un pezzo’, cosa che Bonicalzi rivendica per sé, per il sindaco, per le donne e gli uomini della Lega nord. Essere ‘tutto d’un pezzo’, nel significato che do a queste parole, significa anche sapere assumersi delle responsabilità. Se io fossi un consigliere comunale, ‘tutto d’un pezzo’ come i leghisti gallaratesi, e dovesse capitarmi di votare un qualche atto che dovesse rivelarsi frutto di attività illecite, cosa farei? Scrollerei le spalle e andrei avanti come se nulla fosse? O piuttosto avrei la forza di riconoscere che ciò che ho fatto, pur in buona fede, non è acqua fresca, ma un qualcosa che ha un significato, una gravità e delle conseguenze?

Non parliamo di aspetti giudiziari, ma della dignità che dovrebbe accompagnare l’impegno nella politica. Come si può proseguire come se nulla fosse, senza nemmeno dire una parola che non sia ‘non sono stato io’?
Non è esattamente da uomini ‘tutto d’un pezzo’, eppure questo è ciò che è prevedibile accadrà. Per ripulire Gallarate, ci dice l’ex assessore Bonicalzi. Sarebbe bello sapere come.
Se davvero volessimo ripulire Gallarate dovremmo partire da una nuova amministrazione. Mettere un punto, segnare una discontinuità anche simbolica con il recente ingombrante passato. Niente da fare. La scelta più logica e più dignitosa – anche facile, se vogliamo, visto il vastissimo consenso che godono gli attuali partiti di maggioranza – sarebbe stata quella che avrebbe portato Cassani a presentare le proprie dimissioni per ripresentarsi al giudizio dei cittadini.

Invece il sindaco, pure in un quadro strategico a lui totalmente favorevole, pare non volersi scollare dalla poltrona, disposto a tutto pur di rimanere in sella: anche a consegnarsi legato mani e piedi ad un Consiglio comunale in cui di fatto non ha più una maggioranza, ostaggio delle bizze anche di singoli consiglieri il cui voto dovrà essere di volta in volta elemosinato. Che tipo di azione politica può essere portata avanti con queste premesse? Ci potremo aspettare prese di posizione forti su argomenti quali il disastro che vediamo sulla sanità (taccio sulla ridicola e sgrammaticata mozione di maggioranza, foglia di fico minuscola sul prono appiattimento sulle scelte regionali degli ultimi anni)? Avremo la speranza di vedere qualche progetto che abbia l’ambizione di andare oltre la marchetta elettorale dell’ultimo minuto? Non credo.

Servitori delle Istituzioni ci vogliono, non servi di partito. Un sindaco come quello che abbiamo oggi non è né libero né forte, non di certo ciò di cui ha bisogno una Città di fronte alle sfide del futuro.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 09 Dicembre 2019
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