Decreto scuola: per le nuove immissioni in ruolo divieto di trasferirsi per 5 anni

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale è diventato legge il decreto Scuola che prevede anche l'arruolamento di 50.000 nuovi docenti

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Obbligo di rimanere nella sede assegnata 5 anni prima di chiedere il trasferimento. È la principale novità contenuta nel Decreto scuola che è diventato legge con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

All’articolo 1 si prevede esplicitamente:

“A decorrere dalle immissioni in ruolo disposte per l’anno scolastico 2020/ 2021, i docenti a qualunque titolo destinatari di nomina a tempo indeterminato possono chiedere il trasferimento, l’assegnazione provvisoria, l’utilizzazione in altra istituzione scolastica ovvero ricoprire incarichi di insegnamento a tempo determinato in altro ruolo o classe di concorso solamente dopo cinque anni scolastici di effettivo servizio nell’istituzione scolastica di titolarità, fatte salve le situazioni sopravvenute di esubero o soprannumero”.

Una misura che, in passato, aveva visto la strenua opposizione dei sindacati che erano riusciti a congelare la misura. Il legislatore questa volta ha deciso di porre un argine:

« Le disposizioni di cui al comma 17.1. non sono derogabili dai contratti collettivi nazionali. Sono fatti salvi i diversi regimi previsti per il personale immesso in ruolo antecedentemente al termine di cui al comma 17.1».

Lo spirito della norma è quello di salvaguardare la continuità didattica e, quindi, gli alunni.

Il decreto annuncia anche nuovi concorsi per immettere in ruolo circa 50.000 docenti per la scuola secondaria. Previsto anche un concorso per insegnanti di religione.

Circa 24.000 i nuovi insegnanti che potranno salire in cattedra a partire dal prossimo anno scolastico con un concorso ordinario. Altrettante cattedre saranno a disposizione con un concorso straordinario. Il provvedimento amplia la platea degli aspiranti docenti che potranno partecipare a questa selezione straordinaria  e conseguire l’abilitazione. Il bando per la scuola secondaria statale di I e di II grado è aperto agli insegnanti con almeno 36 mesi di servizio (a partire dall’anno scolastico 2008/2009).

Al concorso, che sarà avviato contestualmente a quello ordinario, potranno partecipare per i posti di sostegno anche i docenti che stanno svolgendo il corso di specializzazione, oltre a quelli già specializzati. È prevista la partecipazione, ai fini abilitanti, oltre che per i professori delle paritarie, anche per gli insegnanti dei percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP). Il servizio svolto nelle scuole statali nell’ambito dei progetti regionali di contrasto al fenomeno della dispersione scolastica è considerato valido ai fini della partecipazione alla procedura straordinaria.

Dopo 16 anni viene aperto un nuovo concorso anche per i docenti di religione cattolica. Il bando darà un peso all’esperienza pregressa di lavoro, riconoscendo un punteggio al servizio svolto e prevedendo una riserva di posti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Dicembre 2019
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