Il Gulliver saluta il Santuccio: “Ha cambiato il nostro rapporto con la città”
Don Barban ha ricordato perché ne assunse la gestione: « È la cultura che permette di superare gli stereotipi». L'impegno del sindaco per non disperdere il patrimonio costruito
È calato il sipario del teatro Santuccio. O, più precisamente, sul teatro dell’era Gulliver.
Allo spettacolo messo in scena questo pomeriggio dagli ospiti delle due comunità di Cantello, il musical Grease, ha portato il suo saluto anche il Sindaco Davide Galimberti che, un mese fa, ha annunciato di non voler proseguire l’accordo di affitto con la proprietà del teatro.
Al pubblico presente, formato da parenti e amici degli ospiti, Don Michele Barban, che del Centro Gulliver è il presidente, ha ricordato la storia di un luogo che, in questi ultimi decenni, si è trasformato da palestra dove si tirava di boxe a luogo di cultura aperto alla città.
Un investimento che, a suo tempo, Don Michele volle fare per poter entrare in un modo diverso nel tessuto cittadino, uscendo dallo stereotipo dell’assistenza ai tossicodipendenti e disabili psichiatrici: « E quale veicolo migliore della cultura poteva esserci? » si era chiesto il padre del Gulliver che piano piano ha creato un ciclo virtuoso attorno a quello spazio teatrale in via Sacco, facendo crescere la quantità e la qualità dell’offerta culturale varesina.
« Non è una chiusura ma solo un passaggio di testimone – ha assicurato il Sindaco Galimberti – Il Gulliver ha gestito molto bene questo spazio, dandogli un valore culturale prezioso. Un patrimonio che è diventato collettivo e che continuerà questa sua vocazione. Così abbiamo chiesto alla proprietà che subentrerà nella gestione: ha garantito che, dopo il restyling della sala, proseguirà le attività che qui hanno trovato casa».
Un sipario che si chiude lascia comunque l’amaro in bocca: « Sono consapevole dell’amarezza di chi ha investito energia e passione. Ma ora si apre una fase nuova che, come ogni novità che dobbiamo affrontare, porterà innovazione, sotto la regia, comunque, del Comune che tutelerà questo luogo di dibattito e di divertimento».
Una promessa a scatola chiusa: la nuova proprietà non era presente « a causa di un impegno» ha chiarito Galimberti.
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