La via Francigena lombarda cerca la candidatura Unesco
L'iniziativa, presentata in Regione, rientra tra i progetti selezionati dal bando di Regione Lombardia per la promozione dei siti Unesco lombardi e degli Itinerari culturali
Sono stati presentati questa mattina a palazzo Lombardia i risultati del progetto “La Via Francigena in Lombardia. Verso la candidatura Unesco” curato dall’Associazione Europea delle Vie Francigene (Aevf) e Regione Lombardia, con la collaborazione della Provincia di Pavia e della Provincia di Lodi.
L’iniziativa rientra tra i progetti selezionati dal bando di Regione Lombardia per la promozione dei siti Unesco lombardi e degli Itinerari culturali.
La proposta, presentata da Aevf – ‘réseau porteur’, abilitato dal Consiglio d’Europa per la salvaguardia, tutela, promozione,
sviluppo della Via Francigena – ha messo in campo una serie di azioni, concertate con il territorio, per la valorizzazione e la
promozione turistico culturale della Via sul tratto lombardo, tra queste la redazione dello studio di inquadramento
finalizzato alla candidatura Unesco della Francigena europea, il restyling del sito web dedicato alla Francigena in Lombardia, la realizzazione di uno speciale editoriale legato al territorio lombardo e delle cartine ufficiali delle due Province.
L’assessore regionale all’Autonomia e Cultura, Stefano Bruno Galli, ha fatto pervenire un messaggio in cui ha sottolineato che “l’assessorato che ho l’onore di guidare sostiene con determinazione questa candidatura perché sono convinto sia dell’importanza e unicità della Via Francigena, tra i più suggestivi e leggendari itinerari culturali europei, sia della specificità del tratto lombardo. Secoli di pellegrinaggi infatti, hanno lasciato lungo il percorso preziose testimonianze storiche, artistiche, religiose, segnando indelebilmente il fascino delle campagne e dei borghi pavesi e lodigiani. La candidatura Unesco e, come ci auguriamo tutti, la conquista dell’ambito riconoscimento, rappresentano un formidabile strumento per promuovere e valorizzare tutti i tesori – materiali e immateriali – che insistono su questo incredibile cammino. È in gioco un’occasione unica per riscoprire identità profonde e vocazioni antiche, storia e tradizioni delle comunità volontarie territoriali che questi itinerari attraversano e, nello stesso tempo, tengono insieme. Non solo, è anche l’occasione per fare di questo itinerario religioso – percorso non solo da pellegrini – un volano per la crescita e lo sviluppo sostenibile dei territori. Infatti, il cammino lento è una forma di turismo meditativo, senza impatto ambientale e con un fortissimo valore aggiunto dal punto di vista culturale”.
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