Microbi resistenti: il monitoraggio parte tra gli animali del Varesotto

Siglato un accordo per la lotta all’antimicrobico resistenza e per la sorveglianza della fauna selvatica tra l'Agenzia di Controllo del Sistema Sociosanitario lombardo e l’Istituto Zooprofilattico Ubertini

agenzia del controllo sistema socio sanitario regionale

Un accordo per sviluppare progettualità per la lotta all’antimicrobico resistenza e per la sorveglianza della fauna selvatica.
È quello sottoscritto stamattina a Brescia dall’Agenzia di Controllo del Sistema Sociosanitario lombardo (Acss) e dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lombardia Emilia Romagna “Bruno Ubertini” (Izsler).

Il documento, che prevede anche una collaborazione tra i due enti per attività formative, è stato siglato da Marco Onofri, direttore di Acss, e da Giorgio Varisco, direttore generale f.f. dell’Izsler alla presenza di Mario Colombo, presidente dell’Istituto, Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, e di Simona Tironi, vicepresidente della III Commissione Sanità e Politiche Sociali della Regione Lombardia.

L’Acss, organismo tecnico-scientifico, terzo e indipendente, cui sono affidate funzioni di controllo di livello centrale, di raccordo e di coordinamento delle strutture delle Agenzie di Tutela della Salute (ATS), e l’Izsler, ente tecnico scientifico afferente al Ministero della Salute che opera nei settori  della sanità pubblica veterinaria e della sicurezza alimentare, hanno presentato nel dettaglio i contenuti dell’accordo, dalla durata triennale e rinnovabile, basato sull’integrazione delle attività svolte nel settore della medicina veterinaria e della medicina umana in ottica One Health, ossia con un impegno congiunto di più discipline professionali che operano per il raggiungimento di una salute ottimale delle persone, degli animali e dell’ambiente.

L’Agenzia di Controllo e l’Istituto Zooprofilattico, dunque, secondo quanto previsto dal testo siglato stamattina, coopereranno per la realizzazione di una collaborazione sul territorio, secondo le rispettive competenze e finalità istituzionali, che prevede anche il coinvolgimento delle Agenzie di Tutela della Salute (Ats), delle Aziende sociosanitarie territoriali (Asst) e delle istituzioni che operano nel settore della prevenzione e della caccia per realizzare analisi e verifiche.

Obiettivo della collaborazione è l’implementazione di attività sul campo a livello di Regione Lombardia, con la prospettiva che tale modello d’azione possa estendersi ad altre Regioni.

Antimicrobico resistenza

L’antimicrobico resistenza (Amr) è il fenomeno per il quale alcuni microrganismi come batteri o funghi, che provocano malattie infettive nell’uomo e negli animali, non vengono più bloccati nella loro crescita o non vengono più debellati da farmaci antibiotici o antifungini a cui erano prima sensibili.

«L’aumento della prevalenza di ceppi resistenti agli antimicrobici – ha spiegato Mario Colombo, presidente dell’Izsler – oltre a rendere sempre più difficile il controllo delle patologie negli allevamenti e negli animali da compagnia, si pone come un serio problema di sanità pubblica a livello mondiale, come ha evidenziato l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Gli animali allevati per la produzione di alimenti – prosegue Colombo – possono rappresentare un serbatoio per microrganismi resistenti agli antimicrobici e possono contribuire alla diffusione o al mantenimento dell’Amr nell’ambiente e in ambito umano».

E’ riconosciuto, infatti, che i microrganismi multi-resistenti sono presenti anche in animali da compagnia, animali degli zoo e animali selvatici. Tra questi ultimi il cinghiale, gli ungulati e la fauna avicola rappresentano indicatori importanti per valutare la pressione selettiva subita dall’ambiente e la presenza di geni di resistenza trasmessi da microrganismi di origine animale e umana.

Da qui la necessità di sviluppare un piano d’azione congiunto con un nuovo approccio per potenziare l’attività di monitoraggio in Lombardia che vede già impegnate la Regione, le Ats e l’Izsler.

«L’Agenzia – ha spiegato il direttore Onofri –, che non ha una funzione ispettiva né sanzionatoria, opera nell’ambito dei controlli per contribuire al miglioramento del sistema sociosanitario lombardo e ha voluto individuare, nello sviluppo di nuove attività, nuove strade per affrontare il fenomeno dell’antimicrobico resistenza e la sorveglianza della fauna selvatica. Oggi sanciamo la collaborazione con un ente di eccellenza per muovere passi concreti e avviare progettualità sperimentali in alcune aree della Lombardia per contribuire al contrasto dello scorretto uso di farmaci antimicrobici in ambito veterinario, mettere a punto protocolli per la sorveglianza di ungulati e cervidi, promuovere condizioni di benessere negli allevamenti e, in generale, tutelare la salute dei cittadini».

La riduzione e la razionalizzazione del consumo degli antimicrobici rappresenta uno dei principali strumenti per contenere la diffusione dell’antimicrobico-resistenza.

«L’Izsler– ha specificato Giorgio Varisco, direttore generale f.f. – è impegnato nell’attività di razionalizzazione del consumo degli antimicrobici e del monitoraggio delle antimicrobico resistenze, sia nelle specie domestiche, in particolare suini, bovini e specie aviarie, ma anche nelle specie selvatiche così come nell’ambiente e negli alimenti. L’Istituto esegue analisi avanzate con tecniche di nuova generazione, quali il sequenziamento dell’intero genoma, che permettono di controllare un gran numero di marcatori genetici e in questo modo stabilire in modo preciso l’identità del ceppo batterico resistente. Il confronto dei profili genetici ottenuti con quelli presenti sia in database locali che internazionali, permettono di determinare eventuali correlazioni tra i ceppi e supportano le indagini epidemiologiche classiche nell’identificare le vie di trasmissione e di diffusione ad altri ospiti».

I progetti

L’Acss ha avviato in via sperimentale nelle province di Varese e Como con ATS Insubria e in quella di Bergamo con ATS Bergamo le prime due progettualità, che coinvolgono l’Izsler, presentate nel corso della tavola rotonda “Integrazione delle attività veterinarie e mediche per il contrasto all’Antimicrobico resistenza con approccio One Health”.

Come ha evidenziato Livio Pinciroli, direttore del Distretto Veterinario Varese Sud, afferente all’Ats Insubria, e collaboratore dell’Agenzia di Controllo, Acss ha messo a punto una procedura operativa, da introdurre nel 2020 nelle province di Varese e Como, che prevede la collaborazione con la Polizia Provinciale, per la tutela e la sorveglianza della salute degli animali selvatici in caso di malattia, incidente stradale o altro evento traumatico. L’Istituto, in questo ambito, in quanto centro di riferimento territoriale, si occupa di effettuare le analisi delle carcasse o dei campioni prelevati.

La seconda sperimentazione, illustrata da Antonio Sorice, direttore del Dipartimento Veterinario dell’Ats di Bergamo e consulente dell’Agenzia, prevede l’introduzione, l’anno prossimo, del protocollo elaborato dall’Izsler in qualità di Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale (CReNBA) per valutare lo stato di benessere del bestiame degli allevamenti montani di bovini da latte di piccole dimensioni e allevati alla posta fissa collocati nella Cheese Valley, territorio al centro delle Orobie bergamasche, valtellinesi e lecchesi. Il metodo elaborato dal CReNBA esprime una valutazione sulla base di una “check list” costituita da indicatori specifici i cui dati vengono inseriti nella piattaforma informatica “Classyfarm”. Il sistema restituisce una sorta di fotografia del livello medio di gestione dell’allevamento, benessere delle vacche e biosicurezza.  La stretta osservanza dei principi elaborati dal CReNBA può massimizzare il numero di animali sani, riducendo al minimo la necessità di ricorrere all’impiego di antimicrobici in allevamento, e contribuire all’individuazione e tipizzazione di germi antibioticoresistenti per confermare o escludere correlazioni con ceppi isolati in ambito umano.

Alla tavola rotonda sono intervenuti anche altri due esperti dell’Izsler. Loris Alborali ha presentato i contenuti del Programma regionale e nazionale per il controllo dell’utilizzo del farmaco, attraverso il Sistema Integrato Nazionale denominato   Classyfarm, che consente la categorizzazione delle aziende di suini, bovini e avicoli in base al livello di rischio sanitario. In particolare, questo strumento permette di conoscere il consumo di antimicrobici grazie al monitoraggio del reale utilizzo nelle aziende. Il Sistema utilizza come unità di misura le DDDA (Define Daily Dose Animal) e consente di ottenere dati aggiornati, fruibili per la gestione e visibili dal Veterinario aziendale, dal Veterinario ufficiale e dall’allevatore.

Alessandra Gaffuri ha approfondito le linee e le proposte di intervento per la sorveglianza gli ungulati selvatici in un approccio globale “One Health” dove allo studio dell’antibiotico resistenza è importante associare anche la valutazione delle forme di resistenza che derivano dall’ambiente, quali il suolo, le fonti idriche e di conseguenza anche la fauna selvatica.

La maggior parte dei lavori presenti in letteratura infatti mettono in evidenza un forte collegamento tra l’impatto delle attività umane sugli habitat naturali e lo stato di portatori di batteri con antibiotico resistenze della fauna selvatica. Tra le specie selvatiche, quelle maggiormente a rischio sono rappresentate dagli onnivori, dalle specie sinantropiche e dai carnivori. Esistono ancora diverse questioni da chiarire per quanto riguarda il ruolo degli animali a vita libera nell’antimicrobico-resistenza, in particolare rispetto alle modalità di scambio di batteri antibiotico resistenti tra uomo e fauna selvatica.

La mattinata si è conclusa con la visita al Laboratorio di Biotecnologie e Genomica del Reparto di Tecnologie biologiche applicate.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Dicembre 2019
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