In Lombardia una rete di 51 centri antiviolenza e 90 strutture di accoglienza

I dati nel "Piano quadriennale regionale per le politiche di parità, di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne 2020-2023" approvato oggi in Commissione regionale

Violenza sulle donne

«In Lombardia siamo riusciti ad arrivare ad una copertura del 100% del territorio regionale, dal momento che tutti i Comuni lombardi aderiscono ad una Rete antiviolenza. I Servizi specializzati convenzionati sono articolati in 51 Centri antiviolenza, gestiti da 40 soggetti giuridici, oltre 90 strutture, suddivise in Case rifugio e Case di accoglienza, gestite da 39 diverse realtà. Regione Lombardia, grazie al lavoro del “Tavolo permanente per la prevenzione e il contrasto alla violenza contro le donne”, supporto le donne vittime di violenza, puntando a prevenire questo fenomeno criminale».

Lo ha detto oggi il Presidente della III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia, Emanuele Monti, commentando il “Piano quadriennale regionale per le politiche di parità, di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne 2020-2023”, passato oggi dalla Commissione e illustrato dall’Assessore Silvia Piani.

Il Piano definisce le linee programmatiche di attività che Regione Lombardia intende attuare nei prossimi quattro anni in materia di prevenzione e contrasto della violenza maschile nei confronti delle donne e rappresenta lo strumento principale per l’attuazione della legge regionale 11 del 2012.

«È fondamentale, affinché funzioni, che le donne abbiano fiducia nei servizi di assistenza – spiega Monti – denunciando gli abusi e chiedendo aiuto. I numeri mostrano infatti che negli ultimi anni sempre più vittime chiedono assistenza: nel 2018, ultimo dato annuale disponibile al momento, erano in essere 11.323 percorsi, di cui 6.646 nuovi percorsi avviati proprio nel corso del 2018«.

«Il Piano ha come finalità quelle di consolidare il sistema di prevenzione e contrasto alla violenza, sostenere e garantire adeguate politiche di prevenzione della violenza contro le donne e consolidare le reti territoriali antiviolenza – aggiunge il Presidente di Commissione – Per prevenire il fenomeno della violenza occorre aumentare il livello di consapevolezza nella pubblica opinione sulle radici strutturali, sulle cause e sulle conseguenze della violenza maschile sulle donne, rafforzando quindi la capacità di riconoscere le diverse forme di questi abusi. Importante il ruolo strategico, nella prevenzione, giocato dall’istruzione e dalla formazione, insieme a tutti gli altri strumenti di sensibilizzazione».

Il Piano si articola in quattro Assi, che sono stati individuati dal Piano nazionale 2017-2020.

Il primo Asse è quello della Prevenzione, il secondo Protezione e sostegno, il terzo Perseguire e punire e il quarto Assistenza, promozione e governance.

«La seconda fase – spiega Monti – prevede la presa in carico da parte dei servizi specializzati per l’accoglienza e la protezione delle donne vittime di violenza. Qui è fondamentale garantire un’adeguata formazione delle professionalità e proteggere i minori vittime di violenza assistita e gli orfani di femminicidio. La terza fase ha come principale obiettivo la tutela delle donne vittime di violenza attraverso una efficace e rapida valutazione del rischio di letalità, gravità, reiterazione e recidiva, in collaborazione con il sistema giudiziario e promuovendo azioni volte al trattamento degli uomini autori di violenza. Infine il quarto asse verte sull’attuazione del piano regionale, con il sistema di intervento e governance delle reti territoriali antiviolenza».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Gennaio 2020
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