Maggioranza battuta in consiglio regionale sui diritti dei disabili

È stata approvata una mozione del PD che chiede alla giunta di rivedere la delibera approvata il 23 dicembre che riduce il contributo mensile. Prima dell'assemblea, la protesta dei famigliari

protesta in regione associazioni disabilità

Maggioranza battuta in consiglio regionale sugli aiuti da destinare alle persone con disabilità.
Con scrutinio segreto la mozione presentata da Gianantonio Girelli del Partito Democratico è passata con 36 voti favorevoli, 32 contrari e un astenuto.

La mozione chiede di rivedere la delibera regionale del dicembre scorso giudicata “peggiorativa” e di ripristinare i criteri e l’entità del contributo vigenti fino a oggi, “garantendo continuità nell’assistenza alle famiglie”.

Entusiasta il consigliere del Pd Samuele Astuti: «L’approvazione della nostra mozione in Consiglio regionale è importantissima per tante famiglie che si trovavano a dover fare i conti con il pesantissimo taglio della Giunta leghista. L’assemblea ha fatto la sua parte e ha sconfessato la linea dell’assessore Bolognini, ma soprattutto ha ribadito che le persone disabili e le loro famiglie meritano rispetto. Ora vigileremo che la giunta regionale dia loro le risposte che si attendono».

Lo scorso 23 dicembre, la giunta lombarda, a fronte di un aumento delle risorse da parte dello Stato ( da 71 a 91 milioni di euro per il 2020), deliberava di rivedere le misure a favore dei disabili gravissimi (B1) a partire dal mese di febbraio con una riduzione da 600 a 400 euro del contributo mensile e l’introduzione delle soglie di reddito Isee (50mila euro per la percezione del contributo, 65mila in caso il beneficiario sia minorenne). Il voucher di 500 euro per il care giver veniva vincolato a un orario settimanale di servizio non inferiore alle 40 ore, con la conseguenza che chi ne aveva bisogno per un tempo più limitato non avrebbe avuto diritto a questa parte di contributo.

La delibera, nonostante il clima natalizio, non era passata inosservata e le associazioni di pazienti e parenti avevano immediatamente preso una posizione scrivendo una lettera aperta al Presidente Fontana per chiederne la revisione.

Il consiglio regionale, nella prima seduta dell’anno, ha trattato l’argomento e ha approvato anche una seconda mozione, a firma Gianluca Comazzi, di Forza Italia, che impegna la Giunta a continuare a investire sulla disabilità, facendosi anche portavoce con il Governo nazionale “per ottenere un incremento delle risorse e far fronte così alle necessità del futuro, in cui si prevede un incremento ulteriore di accessi al sistema”.

Infine, il presidente della commissione sanità, il leghista Emanuele Monti, ha inserito un emendamento che impegna la giunta a riportare filo contributo mensile a 600 euro. La mozione è stata approvata ad ampia maggioranza con 59 voti a favore e 12 astenuti.
«Il numero di persone con disabilità gravissime è aumentato in maniera esponenziale, passando dai 2.539 del 2014 ai 7.130 del 2019 – ha commentato Monti – Per il 2020 si stima saranno 9.200 circa. Da qui l’esigenza di creare un sistema per elargire ad ogni famiglia i fondi adeguati attraverso un sistema di rendicontazione. Il cambio delle regole ha generato uno stato di confusione e preoccupazione, motivo per cui mi sono da subito impegnato, come Presidente della Commissione Sanità, a sentire le famiglie e le associazioni, per risolvere le criticità. Con la nostra mozione impegniamo la Giunta Regionale a continuare a investire a favore delle persone con disabilità gravissima, aumentando le risorse da qui a fine Legislatura. E come primo atto, da subito, si prevede l’innalzamento del livello minimo di contributi mensili da 400 euro, previsti da una norma statale, a 600 euro, grazie all’approvazione di un emendamento di cui sono primo firmatario»

protesta in regione associazioni disabilità

Prima dei lavori, alcuni dimostranti delle associazioni avevano manifestato contro le politiche di tagli attuate dall’assessore Bolognini. Le associazioni accusano la giunta di aver attuato una decurtazione per il secondo anno consecutivo e di aver inserito paletti che rendono complesso poter usufruire delle risorse messe a disposizione: « La cifra disponibile è solo in teoria pari a prima, perché per ottenerla occorre fare i salti mortali – scriveva sulla sua pagina Facebook Uniti per l’Autismo – Non si possono cambiare le regole ogni anno, con la scusa di un aumento imprevisto delle domande e di situazioni particolari. La domanda è: qualcuno sa cosa è la programmazione?
Le famiglie con disabili gravissimi di tante associazioni lombarde si sentono raggirate e inascoltate, alla mercé di una politica regionale che non considera la loro grave condizione.  Costrette ad auto/organizzarsi i servizi territoriali essenziali, elemosinando fondi dal settore privato.  Negare l’evidenza non risolve i problemi: se i conti non tornano, per le politiche sociali si devono trovare risorse aggiuntive».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Gennaio 2020
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