Una parola “in dialett” in ogni negozio del paese
È la bella iniziativa messa in campo dalla Pro Loco di Azzate domani, venerdì 17 gennaio, in occasione della Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue Locali
Una parola in dialetto in ogni negozio del paese. È la bella iniziativa messa in campo dal presidente della Pro Loco Nicola Tucci e che domani, venerdì 17 gennaio, coinvolgerà i commercianti di Azzate.
Domani ricorre infatti la Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue Locali e la Pro Loco Azzate propone, assieme all’associazione commercianti, di ricordare in ogni attività una parola in dialetto.
L’idea di dedicare una giornata nazionale al dialetto è nata da un gruppo dialettale di Novara (nuares.it) nel 2013, successivamente è stata poi promossa in tutta Italia dall’Unione Nazionale delle Pro Loco (UNPLI).
Il 17 gennaio di ogni anno ogni comune dovrebbe compiere piccole azioni concrete a sostegno dell’iniziativa. «Anche un piccolo gesto è importante, poiché le piccole azioni, compiute da ogni singola persona, sono fondamentali ed imprescindibili per la salvezza, la valorizzazione e la conservazione del patrimonio linguistico locale – dice Nicola Tucci- . La Pro Loco Azzate, in collaborazione con alcune attività commerciali di Azzate, ha fatto “adottare” alcune parole in dialetto, grazie alla consulenza dello storico Giancarlo Vettore e allo scrittore Giorgio Sassi. Le parole sono messe ben in evidenza con l’intento di ricordare che il dialetto è narrazione, poesia e parole ricche di storia. Dona intensità e colore alle parole. ‘Parlare speditamente’ diventa per esempio un simpatico gioco di parole: “parlà senz’insapelàss”»
In cartoleria si troverà la parola “guzalapis” (temperamatite), nel negozio di dolci “biniss” (confetti), in farmacia “spiziée” (farmacista), dal parrucchiere “tecétt” (frangetta) e così via. Su alcune bacheca in paese sono state lasciate parole quasi dimenticate, come “topolino” (murigioeu) o “mett dent’ul bèch” (impicciarsi) oppure “gnuc” (testardo).
«Il dialetto è una tradizione ormai quasi del tutto orale e la parlata dialettale varia da paese a paese, anche molto vicini, come Azzate e Buguggiate. Questa iniziativa – conclude Tucci – è un modo per ricordare che occorre salvaguardare questo immenso bene, perché sono le nostre radici».
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