Da Varese a Fieragricola: agricoltori prealpini contro gli insetti “alieni”

Gli agricoltori del Varesotto con Coldiretti a Verona per la prima mobilitazione per fermare la strage senza precedenti provocata dalla cimice killer arrivata dall’Oriente

Generico 2018

Dalla provincia prealpina a Verona, per chiedere all’Europa un cambio di rotta per fermare l’invasione di insetti ed organismi “alieni” portati nelle campagne italiane dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione degli scambi.

Anche gli agricoltori del Varesotto erano tra le migliaia giunti da tutta Italia con i trattori per fermare la strage senza precedenti provocata dalla cimice killer arrivata dall’Oriente che sta mettendo in ginocchio interi settori produttivi senza che siano state attivate misure di sostegno comunitarie adeguate a fronteggiare quella che è già una vera calamità naturale.

Un problema che ha causato danni per oltre un miliardo nel 2019 con gravissimi effetti sul piano ambientale, paesaggistico ed economico, come emerge dal Rapporto Coldiretti su “Clima: la strage provocata dalle specie aliene nelle campagne italiane” diffuso all’inaugurazione di Fieragricola.

Dalla cimice asiatica al batterio della Xylella, dalla Popillia japonica alla Drosophila suzukii, dal cinipide galligeno che ha fatto strage di castagni al punteruolo rosso che ha decimato le palme o il coleottero Aethina tumida, sono sempre di più le specie aliene che distruggono i raccolti, favorite dai cambiamenti climatici evidenti anche in un inverno caldo anche nei giorni della merla che smentiscono addirittura la tradizione di essere i più freddi dell’anno con lo smog nelle città e danni nelle campagne.

L’ultima ad invadere l’Italia è la “cimice marmorata asiatica” arrivata dalla Cina che è particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all`anno con 300-400 esemplari alla volta. Un autentico flagello è il batterio della Xylella che è stato introdotto con molta probabilità  dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam ed ha devastato gli uliveti del Salento dove quest’anno sono andate perse quasi 3 olive su 4 in provincia di Lecce con il crollo del 73% della produzione di olio di oliva che non sarà certamente recuperata nell’annata 2019 – 2020, secondo un’analisi elaborata da Coldiretti Puglia sulla base dei dati del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN). Dall’autunno 2013, anno in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente a Monopoli, in provincia di Bari.

E danni sta facendo anche la Drosophila suzukii il moscerino killer molto difficile da sconfiggere che ha attaccato ciliegie, mirtilli e uva. Le castagne hanno invece pagato un conto salatissimo per colpa del cinipide galligeno del castagno, il Dryocosmus kuriphilus, proveniente dalla Cina che provoca nella pianta la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni contro il quale è stata avviata con successo una capillare guerra biologica attraverso lo sviluppo e accurata diffusione dell’insetto Torymus sinensis, che è un antagonista naturale, anche se ci vorrà ancora tempo per ottenere un adeguato contenimento.

La produzione made in Italy di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori è invece minacciata da due insetti killer, il calabrone asiatico (Vespa velutina) e il coleottero africano (Aethina tumida) che mangiano e rovinano il miele, il polline e, soprattutto, la covata annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l’alveare. Ma c’è anche il punteruolo rosso Rhynchophorus ferrugineus originario dell’Asia che ha fatto strage di palme dopo essere comparso in Italia per la prima volta nel 2004 e da allora si è dimostrato un vero flagello che ha interessato il verde pubblico e privato in Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Abruzzo e Molise.

«Con il cambiamento climatico, sotto accusa è anche il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo – denuncia il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori – che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari». E dal palco di Verona, il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini ha ribadito il concetto: «Una politica europea troppo permissiva consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni. Per effetto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione si moltiplica l’arrivo di materiale vegetale infetto e parassiti vari che provocano stragi nelle coltivazioni e per questo serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario che nazionale anche con l’avvio di una apposita task force».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Gennaio 2020
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