Dieci anni dall’omicidio irrisolto del benzinaio, il ricordo di tutta Gorla

A dieci anni dall'assassinio di Angelo Canavesi, il paese si riunisce per un omaggio e un ricordo. Dopo tutti questi anni non è ancora stato trovato un colpevole

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Fu per il peggiore dei motivi che Gorla Minore finì nelle cronache nazionali : l’omicidio del benzinaio Angelo Canavesi, freddato il mattino del 22 febbraio 2010 durante una rapina.

Un colpo di pistola che rimbombò a lungo per tutta la Valle Olona e che ancora riecheggia nei ricordi di chi conosceva quell’uomo mite e sempre disponibile che sempre sapeva unire, al servizio agli automobilisti, una parola gentile e un sorriso.

Da allora la moglie Angela e i suoi figli, Emanuele e Sara, hanno ripreso il lavoro, vedendo purtroppo però disattese le speranze di veder assicurato alla giustizia il responsabile di questo orrendo gesto.

Colui che freddò Angelo mentre stava riponendo in cassa l’incasso del distributore automatico notturno (meno di 1000euro) in quel mattino di febbraio scappò su una Fiesta color rosso  e fece perdere le sue tracce. Dopo dieci anni chi mise fine alla vita di Canavesi è ancora libero: nonostante sia passato tutto questo tempo resta un caso irrisolto che lascia rabbia e sete di giustizia.

A Gorla Minore la data di oggi non sta passando di certo inosservata e i compaesani dell’uomo si stringono nel ricordo di Angelo: stasera alle 18:30 presso la chiesa parrocchiale di san Lorenzo si terrà una messa di suffragio per Canavesi.

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Anche le Istituzioni, sempre al fianco della famiglia, hanno mostrato attenzione per questa triste ricorrenza, diffondendo un comunicato congiunto del sindaco Vittorio Landoni insieme a Figisc e Confcommercio:
“Non volevamo che questo giorno passasse senza un pensiero o un ricordo, se pur doloroso, di quel 22 febbraio di 10 anni fa. La storia di una comunità è fatta di tanti avvenimenti grandi o piccoli, gioiosi e anche dolorosi e segnano indelebilmente ciascuno di noi ed è giusto non dimenticarli. Non sarebbe stato giusto per Angelo, per la sua famiglia, per i parenti e gli amici che l’hanno conosciuto e non sarebbe stato giusto nemmeno per quei colleghi e amici che in quegli anni hanno subito e sofferto una stagione di paura.
Abbiamo vissuto un periodo davvero difficile dove alcune categorie, tra cui benzinai – tabaccai – operatori di sportello, si sono trovate improvvisamente esposte a una violenza fisica gratuita e a una conseguente angoscia psicologica per la fragilità della loro professione.
Il pensiero di essere nel mirino di personaggi senza scrupoli e senza dignità, capaci di aggredire sino alla morte per il solo scopo di impossessarsi di pochi euro, ha sicuramente destabilizzato le relazioni e la fiducia tra le persone ponendo domande profonde sul senso della vita e sui veri valori della convivenza civile.
Se sino a oggi la giustizia umana non è riuscita a risolvere il mistero di chi ha commesso questo crudele atto, noi abbiamo il dovere di non far dimenticare quanto accaduto e continuare a incoraggiare e sostenere le forze dell’ordine, i Carabinieri e la Polizia di Stato in particolare, che ogni giorno affrontano con dedizione e abnegazione le vicende umane più crudeli e più incredibili mettendo a repentaglio la propria vita.
Angelo era uno di noi, era parte di una comunità che non aveva confini perché conosciuto da tanti; in tanti conoscevano la sua simpatia, la sua disponibilità e il suo impegno.
Vogliamo ricordarlo insieme, con delicatezza, in punta di piedi, con il dovuto rispetto affinché il ricordo non sia solo dolore ma anche sostegno e affetto di un’intera comunità, di semplici persone, di colleghi e di amici. Un ricordo che vuole essere innanzitutto una carezza e un abbraccio a Angela, Sara e Emanuele e un richiamo a vivere e testimoniare la vita come Angelo sapeva fare”.

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Pubblicato il 22 Febbraio 2020
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