La siccità spaventa, convocato l’osservatorio delle crisi idriche
L'autorità di bacino del Po suona il primo allarme del 2020: "Dobbiamo ottimizzare da subito la gestione delle risorse e predisporre le azioni necessarie per affrontare la situazione"

Il mix è il peggiore che si possa pensare: di pioggia non se ne vede, la neve sulle montagne non è tantissima e le temperature fuori scala sciolgono la poca che c’è. È per questo che è già scattato l’allarme sulle riserve idriche in tutto il bacino padano. Una cosa davvero seria al punto che l’Autorità Distrettuale di Bacino del fiume Po convocherà il prossimo 6 Marzo la prima riunione dell’Osservatorio sulle crisi idriche per ottimizzare da subito la gestione delle risorse e predisporre le azioni necessarie per affrontare la situazione.
“La totale assenza di precipitazioni nei mesi di gennaio e febbraio e la presenza di temperature più alte rispetto alla media stagionale hanno portato al peggioramento delle portate idrologiche dei corsi d’acqua -si legge in una nota diffusa dall’autorità-. I livelli idrometrici del fiume Po sono sotto la media stagionale e la situazione della disponibilità di risorse idriche, anche in vista dell’inizio imminente inizio della stagione irrigua, va costantemente monitorata”. Una preoccupazione accentuata dal fatto che il Po è ovunque più basso della media del periodo e che “nelle prossime settimane non si prevedono precipitazioni, se non di scarsa entità e comunque non da influenzare l’incremento della falda. Potrebbero verificarsi ulteriori riduzioni dei livelli idrometrici, nell’ordine del 20%”.
Anche i livelli dei grandi laghi sono sotto osservazione: Il lago di Iseo ed il lago di Como sono infatti già al di sotto dei valori stagionali mentre per il momento il Maggiore rimane in una zona di sicurezza. Il Verbano infatti è attestato intorno ai 100 centrimetri sullo zero idrometrico contro una media del periodo di 66 e anche afflussi ed uscite di acqua nel Ticino sono nella norma.
Un livello alto che però non è necessariamente una buona notizia perchè quell’acqua arriva dallo scioglimento della neve. Anche questa circostanza preoccupa la gestione dell’acqua che confluisce nel Po. “Il contributo nivale è praticamente assente nelle zone appenniniche -spiega l’Autorità- mentre quello alpino si ridurrà ulteriormente a causa dell’innalzamento delle temperature e dell’assenza di precipitazioni. Dopo una discesa momentanea, infatti, nei prossimi giorni sono previsti aumenti compresi tra i 5 e gli 8 gradi centigradi”.
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