L’amministrazione tende la mano ai sindacati e salta il presidio dei dipendenti comunali

La vertenza sulla questione degli aumenti rimane aperta ma ora c'è uno spazio di trattativa con la parte politica

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Alla fine il presidio non si è fatto. Solo un’assemblea per i dipendenti comunali, «segno di buona volontà» rispetto all’amministrazione, che, come spiega Angiolino Liguori del sindacato CSA «arriva grazie ad un atteggiamento più conciliante del Comune. Ci hanno fatto determinate concessioni, come il patteggiamento del calendario delle maestre con le organizzazioni sindacali, hanno accettato la logica che impone il fatto che un regolamento interno deve essere seguito fino a quando non se ne fa un altro. Ai dipendenti è stato riportato tutto ciò, e quindi in attesa di vedere come si evolverà la situazione il presidio è slittato al 4 marzo».

LA QUESTIONE

Aumenti congelati, i dipendenti del Comune in presidio

Niente picchetti davanti a Palazzo Gilardoni dunque, anche se sembra che a partecipare all’assemblea ci fossero almeno 200 persone. Le mani tese tra sindacati e amministrazione però rischiano di durare poco. Proprio stamattina infatti le maestre di asili nido e scuola per l’infanzia hanno ricevuto una mail che le avvisava che, per rispondere alle esigenze delle famiglie, l’amministrazione comunale si sarebbe avvalsa di personale esterno per garantire il servizio.

«Questo è un fatto che prima di tutto mette in discussione – continua Liguori – la professionalità delle persone. Fare assemblea è un diritto sacrosanto dei lavoratori, e di per sé non deve garantire nessun servizio. Si è pescato nel torbido, queste cose non si fanno. Pertanto arriverà una diffida all’amministrazione, per presunta attività anti-sindacale».

In molti nella sala consiliare di Palazzo Gilardoni sono rimasti perplessi dalla mossa dell’amministrazione, vista come una provocazione bella e buona: «Non sostituiscono personale quando ce n’è bisogno (malattia, maternità) e poi per un’ora di assemblea chiamano degli esterni?» afferma un partecipante. «E’ un’azione lesiva nei confronti della nostra professionalità – dichiara Rossella Franca di CUB – e secondo me soprattutto l’amministrazione si tira la zappa sui piedi: perché farci fare ore di aggiornamento professionale, qualificazione del personale e formazione di attenzione alla cura, quando poi ai primi problemi si chiamano esterni non qualificati? È un controsenso».

In ultimo, parla anche Mauro Catella della FP-CGIL: «E’ chiaro che il percorso iniziato con lo stato di agitazione (ufficializzato il 23 gennaio scorso, ndr) non sia ancora concluso, perché l’amministrazione non ha dato risposta alle istanze. L’assemblea di oggi è senza dubbio un passo in avanti per ottenere senza conflitto ciò che abbiamo rivendicato, che ci spetta visti gli accordi sindacali. Ma se la situazione senza risposte perdura, anche con le gravi dinamiche a cui abbiamo assistito stamattina, per noi è chiaro che il presidio è inevitabile per dare un segnale, forte, all’amministrazione comunale».

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Pubblicato il 19 Febbraio 2020
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