Moni Ovadia scende in campo per i sinti: “Ognuno sia libero di vivere come vuole”

L'attore e scrittore, a Gallarate per Filosofarti, è andato a trovare la comunità sinti: "Struggente vedere un uomo di 86 anni piangere ogni mattina perché rivuole la propria vita indietro". E promette di rivolgersi alle televisioni

moni ovadia

«Questa è una brutta figura per Gallarate. E spero che anche il sindaco lo comprenda; è un gesto che può danneggiare anche lui a lungo termine». Moni Ovadia si schiera dalla parte dei sinti di Gallarate, dopo la decisione dell’amministrazione a guida Cassani di provvedere allo sgombero della comunità.

In città per aprire l’edizione di Filosofarti 2020, il musicista e attore ebreo di origini bulgare ha voluto incontrare i membri della comunità sinti, promettendo loro sostegno: «Cercherò di contattare qualche giornalista, come Corrado Formigli (che conduce Piazzapulita, ndr), o Riccardo Iacona (di Presa Diretta, ndr); mi piacerebbe se venissero qui e facessero luce su questa triste situazione».

Ovadia si è sentito «toccato» dalle testimonianze raccolte: «Ho parlato con un signore di 86 anni che, ogni mattina, si mette a piangere. Non vuole continuare a vivere lontano dalle sue abitudini. Non si può – attacca – imporre alle altre persone il modo in cui vivere: ognuno dovrebbe farlo come meglio crede». L’attore doveva incontrare i sinti già qualche tempo fa, ma non poté venire perché «avevo fatto un incidente in autostrada». «Sembrava una brutta scusa, ma era così. Oggi ne ho approfittato per mantenere fede alla mia promessa; sono brave persone e mi sono sentito in dovere di far sentire la mia vicinanza» afferma l’attore, che ha ricevuto dei collage di disegni realizzati dai ragazzi della comunità.

«A Gallarate – spiega Ovadia – ho molti bei ricordi, a partire da quelli con Mario Sironi, grande regista e amico (scomparso l’agosto scorso, ndr). Ho un bel rapporto con questa città; spero che il suo nome non resti legato a lungo a questa vicenda».

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Pubblicato il 21 Febbraio 2020
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