Offerta pubblica di scambio di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca

Carlo Messina ceo di Intesa Sanpaolo: «Grazie a questa operazione, la banca che nascerà dall’integrazione tra Intesa Sanpaolo e UBI potrà essere uno dei leader del sistema bancario europeo»

Generico 2018

Il giorno dopo la presentazione del piano industriale di Ubi Banca per il prossimo triennio, Intesa Sanpaolo lancia un’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni di Ubi. Non si tratterebbe di un’azione concordata ma nemmeno ostile. Per ogni dieci azioni ordinarie emesse da Ubi Banca portate in adesione all’offerta verranno corrisposte 17 azioni ordinarie di nuova emissione di Intesa Sanpaolo.

Intesa Sanpaolo offrirà dunque 17 azioni del nuovo gruppo ogni 10 azioni di Ubi, valorizzando quest’ultima per 4,9 miliardi. La cifra corrisponde a un premio del 28% sui valori di venerdì 14 febbraio, prima della presentazione del piano industriale da parte di Massiah.

Se l’operazione andrà in porto l’ammontare degli impieghi sarà di circa 460 miliardi di euro, il risparmio che gli italiani affidano alla nuova banca supererà il valore di 1,1 trilioni di euro e i ricavi saranno pari a 21 miliardi di euro.

Sulle ragioni per cui Intesa Sanpaolo abbia scelto proprio Ubi è lo stesso Carlo Messina a spiegarlo: «Ubi, tra le banche di medie dimensioni del nostro Paese, è certamente quella meglio amministrata in termini di qualità del bilancio e impegno nei confronti dell’economia reale e della sostenibilità. Siamo convinti che il consigliere delegato (Massiah, ndr) e il management team di Ubi abbiano svolto un eccellente lavoro e possano avere rilevanti prospettive nel gruppo che nascerà da questa operazione. Intesa Sanpaolo, infatti, potrà rappresentare un fattore di accelerazione nel raggiungimento degli obiettivi appena annunciati nel piano industriale di Ubi».

Durante la presentazione del piano industriale Victor Massiah, ceo di Ubi Banca, su domanda specifica relativa al Risiko bancario in atto, aveva detto che Ubi Banca non era interessata specificando che: «Non escludiamo una strategia di crescita ma ci devono essere chiarezza nella governance e creazione di valore».

La dichiarazione di Carlo Messina ceo di Intesa Sanpaolo:

“L’operazione che annunciamo apre un nuovo capitolo della storia di questo Gruppo: vogliamo unire due eccellenze del nostro sistema bancario – Intesa Sanpaolo e UBI Banca – per dare vita a una nuova realtà leader nella crescita sostenibile e inclusiva.
Per prima cosa vorrei sottolineare i tratti distintivi di Intesa Sanpaolo. Siamo uno dei Gruppi europei più solidi e profittevoli, frutto di numerose aggregazioni di successo e formato da oltre 90.000 persone che rappresentano il meglio del sistema bancario europeo.
La nostra solidità ha generato significativi benefici per tutti i nostri stakeholders. Abbiamo supportato le famiglie e le imprese italiane con una capacità di erogare credito che ci colloca ai primi posti in Europa. Abbiamo protetto i risparmi dei nostri clienti durante il periodo più difficile della crisi economica, e anche questo è stato possibile grazie alla forza del nostro bilancio.
Come uno dei principali datori di lavoro del Paese abbiamo sempre tutelato l’occupazione.
Negli ultimi anni abbiamo lanciato uno dei più importanti programmi in Europa di attività a elevato impatto sociale e ambientale. Abbiamo realizzato tutto ciò continuando a garantire ai nostri azionisti un dividendo significativo e preservando il capitale. L’operazione che lanciamo oggi segna una innovazione rilevante nella nostra strategia degli ultimi anni. Siamo infatti convinti che nel nuovo scenario del sistema bancario europeo degli anni ’20 sia necessario guardare avanti e porsi nuovi obiettivi.
La nostra Banca si è sempre distinta per lungimiranza; lo abbiamo dimostrato nel 2011 quando, in anticipo rispetto al settore bancario, abbiamo lanciato un’operazione di rafforzamento del capitale. Una mossa vincente che ci ha consentito di soddisfare i nuovi criteri fissati dalla BCE e porre le fondamenta di un decennio di crescita che ci ha condotti sino a qui.
Il nostro settore, a livello europeo, è entrato in una nuova fase che richiede maggiori dimensioni, una più ampia capacità di investire e l’adozione di un nuovo modello di finanza sostenibile.
Grazie a questa operazione, la banca che nascerà dall’integrazione tra Intesa Sanpaolo e UBI potrà essere uno dei leader del sistema bancario europeo. L’ammontare degli impieghi sarà di circa 460 miliardi di euro; il risparmio che gli italiani affidano alla nuova Banca supererà il valore di 1,1 trilioni di euro, i ricavi saranno pari a 21 miliardi di euro: queste cifre esprimono tutta la forza dell’economia italiana, le capacità del nostro sistema imprenditoriale e la solidità del patrimonio delle nostre famiglie.
UBI, tra le banche di medie dimensioni del nostro Paese, è certamente quella meglio amministrata in termini di qualità del bilancio e impegno nei confronti dell’economia reale e della sostenibilità. Siamo convinti che il Consigliere Delegato e il management team di UBI abbiano svolto un eccellente lavoro e possano avere rilevanti prospettive nel Gruppo che nascerà da questa operazione. Intesa Sanpaolo, infatti, potrà rappresentare un fattore di accelerazione nel raggiungimento degli obiettivi appena annunciati nel piano industriale di UBI.
Insieme creeremo un leader europeo che sarà in grado di: raggiungere un utile netto di oltre 6 miliardi di euro nel 2022; distribuire ai propri azionisti dividendi elevati e sostenibili con la previsione di un dividendo per azione pari a 0,2 euro a valere sul 2020 e superiore a 0,2 euro a valere sul 2021;
accelerare la riduzione dei crediti deteriorati senza costi per gli azionisti; confermare una elevata solidità patrimoniale, con un common equity ratio previsto a un livello superiore al 13%;

Grazie alla capacità reddituale e alla solidità patrimoniale la Banca che nascerà dall’aggregazione fra Intesa Sanpaolo e UBI potrà: garantire 30 miliardi di euro di credito aggiuntivo nei prossimi 3 anni a sostegno dell’economia italiana; aumentare da 50 a 60 miliardi le nuove erogazioni a favore della Green Economy e incrementare da 5 a 6 miliardi il plafond destinato a investimenti nella circular economyportare da 1,25 a 1,5 miliardi la capacità erogativa del Fondo d’Impattopuntare sull’ingresso di giovani nel nuovo Gruppo grazie a un programma di 2.500 assunzioni, per promuovere il cambio generazionale e sostenere l’occupazione; portare da 11,5 a 13,5 milioni gli interventi a favore delle persone in difficoltà (distribuzione pasti, posti letto, indumenti, cibo) nei prossimi tre anni.

Siamo convinti che questo sia un grande progetto nel quale due banche accomunate non solo dai modelli di business ma soprattutto dai valori di riferimento, potranno assicurare – grazie alle elevate qualità professionali delle oltre 110.000 persone che ne faranno parte – all’economia del nostro Paese una solida prospettiva di crescita sostenibile e inclusiva”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Febbraio 2020
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