Traghettatori di rospi: a Mesenzana preparativi per la grande migrazione
Nella mattinata di sabato 15 febbraio le Guardie Ecologiche Volontarie (GEV) insieme ad alcuni volontari hanno iniziato i lavori di posa delle barriere per tutelare gli anfibi migratori
Simbolo per antonomasia di gentilezza d’animo e di educazione, nel mondo, era l’aiutare una vecchina in difficoltà con le buste della spesa ad attraversare la strada. Nell’alta provincia di Varese, invece, il bel gesto pare per tradizione essere rivolto a simpatici esserini a quattro zampe: rane e rospi!
Nella mattinata di sabato 15 febbraio, presso la località “Le Lische” di Mesenzana, le Guardie Ecologiche Volontarie (GEV), coordinate dal responsabile dell’area di Luino Gabriele Gobbato, insieme ad alcuni volontari, hanno iniziato i lavori di posa delle barriere per tutelare gli anfibi migratori.
Rospi e rane attendono infatti le prime piogge di primavera per lasciare le tane sotterranee in cui hanno trascorso l’inverno, pronti per la grande marcia della vita che garantirà la sopravvivenza della specie: la migrazione verso stagni, laghetti, pozze d’acqua dove accoppiarsi e deporre le uova.
Proprio così: ogni anno, a migliaia e contemporaneamente, questi animaletti partono guidati dall’istinto che li conduce dopo aver percorso anche chilometri (cosa non facile, se misuri 8 cm), per tornare allo stagno dove l’anno prima sono nati o si erano riprodotti. Il segnale di via lo danno due fattori: temperatura e umidità, quest’ultima fondamentale per garantirgli la sopravvivenza durante gli spostamenti. Ecco perché nelle sere di pioggia di fine inverno spesso se ne trovano a centinaia lungo le strade.
Se per migliaia di anni gli anfibi hanno potuto passeggiare relativamente tranquilli seguendo i loro istinti, negli ultimi decenni la forte antropizzazione del paesaggio ha reso davvero dura la vita di queste povere bestiole. Capita spesso che fra il luogo di riproduzione (uno stagno o un lago) e il bosco da cui provengono vi sia per esempio una strada a forte percorrenza, esattamente come accade in Valganna all’altezza dei tre laghetti (Fonteviva, Ganna, Ghirla) e alle “Lische” di Mesenzana.
Qui i volontari hanno posato le barriere che bloccano gli animali “in andata”, cioè quelli che scendono dal versante della montagna verso lo stagno. Pronti a spostarli poi dall’altro lato quando sarà tempo di tornare al bosco. E sono più di 70.000 gli esemplari che, bloccati dalle barriere, sono stati raccolti e traghettati con secchi dall’altra parte della strada dal 1993 ad oggi. Tutti censiti meticolosamente, suddivisi per tipo (rospo, rana temporaria, rana dalmati a) e per stato (vivo, ferito, morto). Un lavoro di raccolta dati molto importante che ha permesso di monitorare con cura l’andamento demografico degli animali, dimostrando anche come il lavoro dei volontari sia fondamentale in simili contesti.
Il 2020 si presenta come un anno critico, dopo mesi e mesi di siccità e l’assenza pressoché totale di rovesci nevosi hanno reso secco il terreno e praticamente prosciugato lo specchio d’acqua meta della migrazione, problema che le GEV stanno valutando per capire quali soluzioni adottare.
SE VOLETE PARTECIPARE ALL’IMPRESA
Chi volesse aggregarsi ai “taxisti di rospi” può contattare le GEV all’indirizzo guardie.ecologiche@vallodelverbano.va.it. Un’occasione per vivere un’esperienza inusuale nella natura e scoprire gli ecosistemi che ci circondano. E chissà che non sia, per i più audaci che volessero cimentarsi nello sbaciucchiare qualche rospo, l’occasione per trovare il principe o la principessa dei sogni.
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