Al Camelot due casi Covid ma nessun decesso. Mancano ancora gli esiti dei tamponi

Il presidente Giacomo Peroni fa il punto sulla situazione della struttura. Rimane il nodo dei tamponi: "Fatichiamo a trovare laboratori che li analizzino"

Camelot Gallarate

Negli ultimi giorni la comparsa di presunti casi Covid e l’isolamento dei diversi nuclei ha creato preoccupazione intorno alla Rsa del 3SG, “il Camelot”, struttura di Gallarate che ospita anche altre unità (hospice, comunità minori).

Abbiamo chiesto alla 3SG una ricostruzione complessiva dell’attuale situazione, che vede la presenza di due casi Covid-19 isolati e altri casi con sintomi sospetti, ma nessun decesso riconducibile a Covid. La risposta del presidente Giacomo Peroni chiarisce anche le precauzioni messe in atto, quelle richieste ad Ats e l’effettiva attivazione – negli ultimi giorni – di uno screening diffuso.

«Ad oggi in struttura non vi è stato alcun decesso relativo alla pandemia in atto» premette Peroni. Pressoché in nessuna struttura i casi di decessi sono stati ufficializzati con tampone e per questo un indicatore è il numero di decessi. La variazione rispetto al dato storico (2019) – sottolinea Peroni – è stata minima: «Ad un raffronto con il 2019 il numero dei decessi nel mese di febbraio-marzo 2020 è stato di 13 persone contro le 14 del 2019».

«In data odierna vi sono solo due ospiti positivi al corona virus in un nucleo della struttura:le persone affette sono state isolate e si proceduto a mettere in sicurezza tutti gli altri ospiti del nucleo e a rafforzare tutti i dispositivi di protezione, già in atto, per la sicurezza del personale che vi opera. Per quanto riguarda gli ospiti degli altri nuclei si è proceduto ad isolare in via cautelativa le persone che hanno manifestato sintomi sospetti: tali soggetti sono stati sottoposti a test rapido sierologico per accertare l’eventuale positività agli AC IgM e IgG» (gli anticorpi “segnale” di contagio).

«Voglio significare che fin dall’inizio (per la precisione fine febbraio) della poi riconosciuta pandemia, quando la Regione e ATS non avevano ancora emanato precise indicazioni alle RSA, la direttrice generale Dott.ssa Caterina Putzu e la responsabile di struttura Dott.ssa Marusca Bianco, hanno di concerto messo in atto tutti i provvedimenti necessari per garantire la sicurezza degli ospiti e di tutto il personale che lavora in 3SG Camelot. La struttura e’ stata blindata, impedendo a chicchessia l’accesso, a tutti gli operatori sono stati forniti i DPI, tutti sono stati informati dei comportamenti e delle regole cui attenersi nel corso di tale emergenza. Il personale è sottoposto alla misurazione della temperatura corporea all’inizio di ogni turno lavorativo, ogni qualvolta si sono riscontrati casi con rialzo febbrile le persone sono state invitate ad abbandonare il posto di lavoro».

«Purtroppo stato dolente, comune a tutte le RSA, è quello relativo ai tamponi faringei: fino ad oggi abbiamo eseguito solo pochissimi tamponi in quanto non ne’ eravamo in possesso: solo dopo ripetuti solleciti in data di ieri la ATS ci ha fornito 20 tamponi invece dei 50 promessi: per fortuna ci è venuto in aiuto l’ASST Valle Olona, nella persona del direttore socio-sanitario Dott. Dell’Acqua che voglio ringraziare, che ci ha messo a disposizione i 30 tamponi mancanti».

«Il problema non è risolto, perché abbiamo i tamponi ma fatichiamo a trovare i laboratori che possano processarli: interpellati telefonicamente molti laboratori, con varie motivazioni, rifiutano di analizzare i tamponi delle RSA» (l’Ats ha comunicato martedì che le strutture dovevano attivarsi autonomamente per le analisi, senza alcun coordinamento).

«Mi si permetta in conclusione di esprimere il mio ringraziamento a tutto il personale che opera in 3SG Camelot che con abnegazione si adopera per garantire in tutta sicurezza cure ed assistenza a tutti gli ospiti. Ringrazio anche il sindaco della Citta’ Dott. Andrea Cassani che gia’ da fine febbraio, quando ancora veniva esclusa dall’OMS che fosse in atto una pandemia, si e’ subito attivato per creare un gruppo di lavoro tra le RSA della citta’ che potesse agire in modo sinergico nell’affrontare l’emergenza sanitaria in sede».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Aprile 2020
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