I dati del contagio nelle case di riposo? “Bisogna chiederli alle Ats”
Il presidente della Regione ha fatto il punto a metà giornata. Dati sui contagi positivi, "ma è necessario rimanere rigorosi". Palazzo Lombardia ha stanziato 500mila euro per le Polizie Locali, per aumentare i controlli
Quanti contagiati ci sono nelle case di riposo di Lombardia? Quanti sono i morti? «Bisogna chiederlo all’Ats, l’attività è comunque controllata e monitorata» da Regione Lombardia. Così ha risposto il presidente Attilio Fontana, alla domanda specifica sui dati – ancora incerti – sul contagio nelle Resistenze Sanitarie Assistenziali, dove il quadro preoccupa per i troppi morti registrati in diverse strutture.
Fontana, rispondendo alle domande dei sindaci dei capoluoghi (fonte anche di polemica politica), aveva ricordato che nelle RSA si è contingentato subito l’accesso di visitatori e che nuove “apposite linee guida” sono state deliberate dalla giunta il 30 marzo. “Anche sugli operatori delle RSA sono previste le procedure di monitoraggio sintomatico riservate agli operatori sanitari, con rilevazione della temperatura e, ove sia superiore ai 37,5 °C, l’esecuzione del tampone rinofaringeo e la sospensione delle attività”.
Quanto ai dati precisi, appunto, il governatore ha rimandato alle Aziende di Tutela della Salute, l’articolazione territoriale di Regione Lombardia. «Chiaro che comunque l’attività sanitaria nelle Rsa è controllato dalle Ats».
Quanto ai numeri in generale, facendo il punto a metà giornata Fontana ha detto che «anche oggi vediamo trend positivi», con una linea grafica dei contagiati registrati che «continua a rimanere di “pianura”, non cresce». «Nei prossimi giorni dovrebbero iniziare le discese».
Fontana ha ribadito la «necessità di essere rigorosi» nell’applicazione del distanziamento e isolamento sociale. La Regione, di suo, ha stanziato «un finanziamento ai Comuni di 500mila euro per i lavoro delle Polizie Locali», per aumentare le attività di controllo anche in vista delle festività pasquali: «quest’anno non si potrà girare, si dovrà essere severi».
Qualche nota di speranza, oggi, viene dall’Università di Pavia, dove è a buon punto il test sierologico per rilevare gli anticorpi nelle persone contagiate e guarite: “La Regione Lombardia sta portando avanti uno studio per individuare un test sierologico con
l’Università di Pavia», che è in «una fase di quasi conclusione della sperimentazione» ha continuato Fontana. «Quando sarà concluso – ha aggiunto – se sarà positivo, potremo individuare le persone che hanno già superato la malattia e sviluppato gli anticorpi. Loro potranno riprendere attività lavorativa senza conseguenze per sé e per gli altri».
Infine, il riferimento alla querelle sulle mascherine: «Domani daremo tutti i numeri del materiale ricevuto da Protezione Civile» ha detto Fontana. Sottointeso: renderanno chiara l’insufficiente risposta. Anticipando i dati, il presidente della Regione ha detto che la Lombardia ha «consumato 10milioni di mascherine» a fronte di un fabbisogno quantificato in 30 milioni: «Dalla protezione civile abbiamo ricevuto 2 milioni comprese le 800mila “Swift“», quelle su cui c’era stata particolare polemica.
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