Emilia e “quella bella giornata chiamata poi della Liberazione!”

Riceviamo la lettera della signora Emilia dove racconta il 25 aprile 1945, quando aveva 9 anni e le maestre festeggiarono con lei e i suoi compagni quella giornata

tempo libero generica

Sono una nonna che nel 1945 aveva 9 anni ed ho un ricordo che mi è rimasto impresso ed è stato un riferimento costante nella mia vita. Era la data prefissata dalla parrocchia di Giubiano per le Prime Comunioni: 25 aprile. Abitavo nella villetta dei miei nonni in via Muratori. Mia mamma lavorava a Milano e in quel giorno non potè muoversi da Milano perché avevano bloccato i treni a causa della nota insurrezione che era iniziata nella notte e tutte le strade erano presidiate.

Io dovevo andare in chiesa. I miei cari per telefono si assicurarono che fosse data via libera e mi accompagnarono a piedi per via Borri e via Bixio presso la chiesa. Feci la preparazione catechistica presso l’asilo di Giubiano allora gestito dalle Suore di Santa Giovanna Antida. Vicino all’ingresso (vecchia portineria) dell’ospedale ci fermarono due partigiani per verificare documenti e motivazioni e ci permisero di passare. Arrivammo a destinazione. Chiesa traboccante.

Ne seguì una S. Messa commovente e sentita celebrata dal Parroco, mi pare si chiamasse Don Visconti. All’uscita una sorpresa ci aspettava: le nostre maestre (scuola elementare Parini) ci attendevano sul portale e ci vennero incontro. Maestra Marchetti, Faverio, Rossi Bice (sorella del grande psichiatra Ottorino Rossi ); ci abbracciarono e baciarono come fossimo dei gioielli, valorizzando la bella giornata chiamata poi della Liberazione! Vi ringrazio se avete avuto pazienza di leggere. Per me sono ricordi indelebili e ringrazio il Signore che mi ha tenuto nella vita costante nella fede e nella solidarietà.
Emilia

Pubblicato il 24 Aprile 2020
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