Varese in azione: “Covid-19 e conflitti tra Stato e Regione ci stanno mettendo a dura prova”

I rappresentanti del partito di Carlo Calenda fanno rilevare che i dati forniti dall’assessore regionale nelle sue conferenze stampa «ma su cui si trovano evidenti incongruenze oltre a un confitto istituzionale tra Stato e Regione non più accettabile»

coronavirus foto generiche vario varie

Varese in Azione, il partito di Calenda, entra nel vivo della questione che da giorni sta occupando le prime pagine dei giornali, ovvero l’emergenza coronavirus all’interno delle rsa e delle rsd. In una nota stampa Varese in Azione analizza il delicato rapporto che intercorre tra chi gestisce la salute pubblica, la politica e le vittime spesso silenziose di questo dramma.

In questi giorni, il Covid-19 continua a metterci a dura prova. Questa Pandemia ci sta costando tantissimo e il riferimento è alle nostre vite, non certo solo a quello economico. Ci sono persone che stanno pagando con la vita, perché muoiono e altre che la vita la mettono a disposizione della comunità donandoci un insegnamento di dedizione e di eccellenza che dovremo necessariamente ammirare e fare nostro. Tuttavia non possiamo non affrontare con il giusto peso le situazioni.

Questa pandemia ci ha, senza dubbio, messo sotto stress ma non ci può essere tempo per raccontarci di quanto siamo bravi o di quanto è difficile, soprattutto la politica deve fare questo sforzo, proprio per onorare le centinaia di persone che stanno continuando nel proprio lavoro e nel proprio operato. Pensiamo alle forze dell’ordine, alla protezione civile con i suoi volontari o ai tanti medici e a tutto il personale sanitario. A più di un mese e mezzo dall’inizio dell’emergenza purtroppo ci troviamo ancora a dover gestire urgenze che sembrano senza fne e soprattutto non capiamo se la bussola c’è o se siamo in balia degli eventi. Si moltiplicano infatti le lettere da parte di enti, associazioni di categoria che tentano di accendere i rifettori sulle diffcoltà in cui gli operatori sono costretti. I medici di famiglia, poi l’ordine dei medici e odontoiatri… Fino al caso delle RSA che in queste ore moltiplicano i propri appelli. Pensiamo poi agli amministratori locali, spesso costretti a gestire situazioni difficili nelle urgenze senza trovare il giusto appoggio negli enti di riferimento. È di ieri la vicenda del comune di Coquio, che fa molto rifettere. Ogni giorno siamo costretti a sentire i dati che l’assessore ci fornisce nelle sue conferenze stampa ma su cui si trovano evidenti incongruenze e ad un confitto istituzionale tra Stato e Regione non più accettabile. Mentre lui si perde sui numeri e pensa alla comunicazione i nostri medici e operatori sanitari vengono mandati al macello e devono dividersi le protezioni o in alcuni casi comprarsele poiché ancora non arrivano in numero adeguato e continuo. Se non è in grado anziché pensare alla sua carriera politica si dimetta e lasci il posto a qualcuno più competente. Territorialmente, qui a Varese, ci troviamo comunque nella situazione in cui ATS continua a rassicurarci, con comunicati e interviste dei dirigenti che ci tengo a dirci che è tutto sotto controllo, mentre il resto del mondo fuori chiede aiuto o dice il contrario.

Questa emergenza non ci consente discrasie di questo tipo. Se ATS non è più in grado di gestire le situazioni, se non si è in grado di gestire le necessità sui tamponi o di fornire il supporto che il territorio richiede, o di fornire in tempi adeguati gli strumenti DPI e in numero adeguato, si intervenga con un commissario. Regione Lombardia non può scaricare responsabilità, deve assumersele! ATS deve colmare il gap che le viene imputato oppure bisogna avere la forza di prendere provvedimenti ai vertici.

I comitati di azione della provincia di Varese

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Pubblicato il 16 Aprile 2020
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