Ballardin e la fase2: “Riprendiamo in mano la nostra vita, esempi per gli altri“

La lotta contro la maleducazione deve essere un motivo in più per imporsi e rendere il mondo più pulito

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“Proposta di testo per un ritorno alla normalità“: titola così la sua lettera aperta, il sindaco di Brenta Gianpietro Ballardin che propone ad alta voce alcune riflessioni che sono anche un invito alla ripartenza, cercando di migliorare alcuni aspetti del vivere comune.

Ieri, approfittando del bel tempo e delle aperture concesse dal DPCM sulle misure autorizzative del covid- 19, ho fatto una passeggiata con il mio cane, munito di appositi sacchetti, per la raccolta degli escrementi.
Quello che ho visto nel paese di Brenta ha stimolato alcune riflessioni di cui voglio rendervi partecipi.

Dicono che il mondo è bello perché è vario ma questo dovrebbe valere anche per la cura collettiva degli spazi pubblici. Non ci deve sorprendere il fatto di vedere una strada, un luogo esterno ad una abitazione sporco, ma il fatto che chi abita quel luogo non si senta in dovere di pulirlo.

Così come quando i media ci mostrano l’immagine di una strada invasa dai rifiuti, la nostra reazione naturale è di fastidio, allo stesso modo l’idea di un paese sporco non ci può lasciare indifferenti, come oggi purtroppo avviene, dove nessuno o pochi sembrano battere ciglio di fronte alla quantità di spazzatura che sporca le banchine delle strade, le aiuole e i campi.

Alcune volte questo problema si determina dopo lo svuotamento dei contenitori stradali durante la raccolta delle frazioni differenziate dei rifiuti, altre volte dal trasporto e la perdita del materiale dovuto ad eccessivo carico o ad incuranza delle norme stabilite dal disciplinare di appalto.

Anche questo è un problema che si riflette sul decoro, di cui più volte, abbiamo interessato la ditta incaricata e la Comunità Montana delle Valli del Verbano.
Ciò non toglie il fatto che: La sporcizia genera degrado; il degrado porta altro degrado e abbassa la qualità della vita di chi ci vive, è sintomo di ignoranza e incentiva altri comportamenti che danneggiano la comunità.
So che a tutti piace dire che è compito del Comune, che ‘sì ma io pago le tasse’, che ‘non ce l’ho mica buttata io’, ma la realtà è che no, non è vero. La spazzatura la devi raccogliere, se la vedi, se non lo fai è come se l’avessi buttata tu.
Raccogliere la spazzatura è anche una responsabilità del cittadino, così come fanno in Trentino o in altri luoghi d’Italia, a cui spesso noi positivamente ci riferiamo.
Nella storia dei nostri nonni una volta le strade erano molto diverse, ovviamente, da quelle di oggi, e somigliavano più a un’aia di campagna, dove uomini e animali convivevano aspettando che la pioggia o gli stessi animali, i maiali soprattutto, fungessero da spazzini.

La pulizia delle strade in occidente è un fatto abbastanza recente: una conquista del ‘900, cresciuta di pari passo con la consapevolezza ambientale degli anni ’70, quando i governi hanno iniziato a mostrare preoccupazione per la qualità della vita e soprattutto dei nostri corsi d’acqua.
La sporcizia determinata dalla spazzatura non è solo un problema, è il problema del secolo. Siamo sommersi dalla spazzatura: le nostre acque sono contaminate, il suolo è contaminato, l’aria è contaminata.
Pensate che meraviglia sarebbe il vivere in una comunità che ha a cuore la cura del territorio, che dimostra così tanta considerazione per la qualità dell’ambiente in cui crescere i propri figli.

Abitiamo in un territorio meraviglioso, un posto in cui mezzo mondo sogna di vivere, che attira visitatori ogni anno che rimangono senza fiato di fronte ai nostri paesaggi, che ci invidiano per quello che abbiamo.
Immaginate queste persone, come si sentono, quando imboccano una stradina laterale fuori dal centro storico e vedono che la riva della strada è ricoperta di spazzatura brodosa incastrata tra i fiori e i cespugli.

Che schifo. Questo non è sintomo “di un territorio vivo”, è sintomo di una comunità incivile che dà per scontato tutto quello che ha la fortuna di avere e che non è interessata a tutelare il proprio futuro o a considerare che quello che abbiamo non è solo nostro ma anche di chi verrà dopo di noi.

Non è più sufficiente dire che la Svizzera è, o risulta essere, un paese pulito, o osservare quando si passa la frontiera: “guarda loro come tengono pulito! appena entri in Italia… spazzatura ovunque!”.

Buttare la spazzatura per strada non ci rende persone libere dai rifiuti, avendo così risolto un problema che si dice non è più nostro; ma ci rende persone sporche.
Quante volte siamo stati zitti, quando gli amici lanciavano la loro spazzatura dal finestrino o fuori dal bar le persone la buttavano per terra.

Questo perché temevamo di essere etichettati come “rompiscatole ambientalista”? o per la paura di una reazione di chi commetteva il grave atto di sporcizia?
Dobbiamo cominciare a riprenderci in mano la nostra vita pensando di essere un esempio per gli altri e per il futuro del nostro piccolo mondo. Credo che ci sia bisogno di fare qualcosa di più, e questo qualcosa deve venire dal basso, “dalla soglia di casa nostra”, altrimenti la critica non si motiva solo verso i compiti degli
altri “e più c’è sporcizia più la gente tende a sporcare”.

Il Sindaco del comune di Brenta
F.to Gianpietro Ballardin

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Maggio 2020
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