Controlli cardiologici da remoto grazie alla telemedicina

Alla Sette Laghi, sono circa 500 i pazienti seguiti al proprio domicilio attraverso dispositivi cardiovascolari elettronici

cardiologia

Dispositivi cardiovascolari elettronici, cioè dei defibrillatori e dei sistemi di resincronizzazione cardiaca, controllati da remoto. I pazienti con impianto con gravi aritmie o scompenso cardiaco sono monitorati per via telematica senza necessità che si spostino dal proprio domicilio per recarsi in ospedale.

Le informazioni arrivano su piattaforme informatiche che vengono consultate dai tecnici di cardiologia e cardiologi in ospedale.

«Potete immaginare l’utilità di questo sistema in era COVID-19 – spiega il prof. Roberto De Ponti, Responsabile della Cardiologia dell’Ospedale di Circolo e neopresidente dell’Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione, società scientifica di questo settore – Nei mesi di marzo ed aprile abbiamo triplicato il numero di pazienti portatori di defibrillatore a cui viene fornito il sistema di monitoraggio, con un totale di circa 500 pazienti attualmente monitorizzati attraverso questo sistema dal personale tecnico e medico della nostra Cardiologia. Dobbiamo questo successo alla lungimiranza della Direzione dell’Azienda Ospedaliera, che ha creduto fin dall’inizio in questo progetto e ciò ha consentito nel corso dell’attuale emergenza di potenziare in tempi brevi questo sistema di telemedicina che monitorizza il paziente a domicilio».

Unica pecca forse è la mancanza di rimborso da parte del Sistema Sanitario di questo servizio che pertanto costituisce una voce di spesa per l’ASST. “A proposito di questo – conclude il prof. De Ponti – la nostra società scientifica si adopera da anni per il riconoscimento di questo servizio ed anche recentemente abbiamo fatto sentire la nostra voce nel Tavolo Tecnico Cardiologico del Ministero della Salute per la pianificazione della fase 2. Confidiamo in una risposta positiva, in modo che ciò che si è reso così utile in questa emergenza sanitaria diventi per i nostri pazienti un patrimonio acquisito che rimane nel tempo”.  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Maggio 2020
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