Dall’ASST alla Regione, Italia Viva Varese attacca la gestione sanitaria dell’emergenza

Lo dichiara Cesare Zoia, neurochirurgo e Coordinatore del Gruppo di Lavoro sulla Sanità di Italia Viva Varese, in una nota a nome della sezione varesina del partito di Matteo Renzi

Generico 2018

“A distanza di ormai tre mesi dall’inizio della pandemia, preoccupa la completa mancanza di strategia sanitaria da parte dei vertici regionali e delle ATS. Quanto poteva essere giustificabile nella primissima fase del diffondersi dell’infezione, è invece inaccettabile a fase 2 avviata. Le singole province, ATS, addirittura i singoli ospedali, non operano secondo regole condivise”.

Lo dichiara Cesare Zoia, neurochirurgo e Coordinatore del Gruppo di Lavoro sulla Sanità di Italia Viva Varese, in una nota a nome della sezione varesina del partito di Matteo Renzi.

“Ci risulta, ad esempio, che il test sierologico all’ASST Sette Laghi non venga offerto a tutto il personale sanitario (come indicato anche nella delibera regionale 3131 del 12 maggio) – attacca Zoia – , ma solo a quello di pochi reparti; questo incomprensibile atteggiamento è illogico e discriminante nei confronti del personale stesso.”

Ad essere messa sotto accusa da parte di Italia Viva è anche la gestione regionale: “La totale mancanza di strategia – dice l’esponente renziano – è confermata anche dalle recentissime affermazioni dell’assessore Gallera sul pagamento dei tamponi da effettuarsi in seguito alla positività ai test sierologici e dalle relative parziali marce indietro! Tutto questo è inaccettabile, Italia Viva Varese chiede con forza che i vertici regionali definiscano al più presto una chiara strategia per il controllo e contenimento del contagio da Covid-19 nella Fase 2 che deve, a nostro giudizio, necessariamente prevedere tra le altre cose l’esecuzione di tamponi gratuiti a tutti i soggetti sintomatici, alle persone risultate positive ai test sierologici e ai contatti di queste ultime due categorie. Chiediamo infine ai vertici dell’ASST Sette Laghi che a tutto il personale sanitario venga offerto il test sierologico al più presto e, in caso di positività o risultato dubbio, sia effettuato il tampone in modo da garantire la sicurezza del personale stesso e dei pazienti.”

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Maggio 2020
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