Dopo la Fase 1 a ciclo ridotto, la cardiochirurgia riparte per recuperare

Sono stati quaranta gli interventi di urgenza che l'equipe del professor Beghi ha effettuato nel periodo più difficile dell'emergenza sanitaria. In parte all'ospedale di Legnano, in parte al Circolo

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Durante la fase 1 dell’emergenza covid-19 hanno potuto operare solo in urgenza, talvolta in trasferta, all’Ospedale di Legnano, altre volte in casa, all’Ospedale di Circolo di Varese. Ma non nelle sale operatorie a cui erano abituati, perché quelle erano state trasformate in rianimazioni di emergenza per accogliere i pazienti colpiti dalla Covid-19.

E non hanno potuto nemmeno ricoverare i pazienti operati nella consueta terapia intensiva di riferimento, quella cardiochirurgica, perché anche questa è stata chiamata a prendersi cura dei pazienti più duramente colpiti dal nuovo Coronavirus.

E allora gli specialisti e gli specializzandi della Cardiochirurgia varesina, guidata dal prof. Cesare Beghi, hanno dovuto adattarsi ad un’organizzazione del tutto nuova: «Non è stato facile – commenta il primario – ma abbiamo potuto contare sulla collaborazione di tutta la componente cardiologica presente all’Ospedale di Circolo e, in particolare, dell’Unità Coronarica del dott. Alberto Limido».

E’ stata proprio l’Unità Coronarica a fare le veci della ‘loro’ rianimazione di riferimento, pur dovendo contemporaneamente ospitare gli altri pazienti cardiologici provenienti soprattutto dall’emodinamica, accolti al Circolo in quanto riconosciuto hub per la Cardiologia interventistica. E’ stata una collaborazione a doppio senso: Limido e i suoi hanno trasformato alcuni posti letto dell’Unità Coronarica in terapia intensiva cardiochirurgica, gestendo con efficacia pazienti cardiochirurgici anche molto complessi, d’altro canto Beghi e i suoi hanno prestato servizio a turno nella stessa Unità Coronarica, offrendo il loro aiuto.

E così le sale operatorie varesine hanno potuto ospitare in questi mesi di emergenza 40 interventi cardiochirurgici, tutti molto complessi, trattandosi di operazioni in urgenza: le sostituzioni di valvole aortiche, le riparazioni mitrali, i bypass aorto-coronarici e le correzione di aneurismi dell’aorta ascendente sono solo alcune delle tipologie degli interventi eseguiti. «E i risultati complessivamente sono stati molto positivi – commenta il Prof. Beghi – grazie a questo prezioso gioco di squadra che ha visto coinvolto tutto il Dipartimento cardiovascolare!».

Ora la Cardiochirurgia è pronta per ripartire, anzi, è già ripartita: le sale operatorie hanno ripreso a funzionare per gli interventi in elezione due volte alla settimana per un totale di 4 interventi programmati, oltre a tutte le urgenze. «Non siamo a regime, ma l’obiettivo è recuperare il più possibile l’attività sospesa durante la fase 1. E il nuovo assetto dell’Ospedale di Circolo, che ci vede parte di quello che vuole diventare un centro di ricerca e cura delle patologie toraco-cardio-vascolari non potrà che agevolare sia il nostro lavoro, sia la presa in carico complessiva dei pazienti».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Maggio 2020
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