È morto Roberto Riva, maestro e filosofo dei cocktail

Apprezzato insegnante al centro di formazione professionale di Luino ha cresciuto generazioni di barman e camerieri

Avarie

Baffi ben curati ed elegantissimo, sempre, sembrava uscito da un film, o appena sceso dall’olimpo dei cocktail: Roberto Riva, insegnante di sala bar a Luino è scomparso questa mattina lasciando un vuoto incolmabile al centro di formazione professionale della cittadina sul lago. Mente lucida, ricordi lunghi ben più di una vita e una cultura smisurata con la quale era possibile parlare dei libri di Bohumil Hrabal e della genesi e del presente del Negroni. Un uomo che era la sua professione, portata avanti con enorme spirito di dedizione e impegno.
Pubblichiamo di seguito un ricordo del direttore del centro di formazione professionale di Luino Silvano Zauli.
(andrea camurani)

Oggi per noi è una giornata tristissima, è morto Roberto Riva, l’uomo che da sempre ha guidato i corsi di Sala Bar del CFP di Luino.

Roberto non era un professore, era un maestro, un uomo empatico verso gli studenti, con una naturale capacità di trasmettere sapere, tecnica, disciplina e cultura. Aveva carisma, era capace di farsi ascoltare per un’intera mattina senza che i suoi studenti perdessero una sola parola, e dopo due ore di lezione, nelle quali non volava una mosca, pensavano che fossero passati appena cinque minuti.

Non glie lo aveva insegnato nessuno, era lui che era proprio così, ed entrare nelle sue classi quando faceva lezione era sempre una sorpresa e un’esperienza. Certo, era un insegnante severo, che pretendeva il massimo dai suoi studenti, senza fare sconti, e ancor più sorprendente era il fatto che riuscisse sempre ad ottenere quel che voleva, con pochissime eccezioni. Perché la perfezione non esiste, ma lui in classe ci andava sempre molto vicino.

Ha sempre raggiunto questo risultato per decenni, e a tanti di noi sembrava un miracolo che si rinnovava ogni anno, a dispetto del tempo e dell’età.
Roberto non insegnava più per lavoro, e tanto meno per denaro. Era in pensione da anni, insegnava per pura passione, per il piacere di trasmettere il suo sapere e il suo mestiere a ragazzi che neanche immaginavano quanto alla fine avrebbero imparato da lui. Intere generazioni di studenti del CFP di Luino sono diventati dei barman o dei maitre, alcuni di grande successo, grazie a Roberto, e questo ha fatto si, io credo, che lui rimanesse un eterno ed entusiasta giovane insegnante, che mai si risparmiava per il bene e il successo della scuola. Che nei suoi confronti sarà sempre in debito.

Negli ultimi anni il CFP di Luino ha aperto le sue porte alla città, ospitando in molte occasioni i ritrovi conviviali di associazioni ed enti del territorio. Abbiamo avuto spesso ospiti impegnativi, certamente in grado di giudicare la qualità del nostro lavoro. I ragazzi di Roberto servivano ai tavoli, da lui guidati quasi solo con lo sguardo, e in rare occasioni coi gesti e con le parole: sempre hanno ricevuto l’applauso non formale di chi sapeva di aver ricevuto un servizio di grande qualità. Naturalmente solo Roberto, che era un perfezionista, aveva colto i minimi errori che inevitabilmente c’erano, almeno secondo lui, e prima che le tavole fossero sparecchiate, aveva già deciso come porvi rimedio per la successiva occasione.

So bene che quando qualcuno viene a mancare si tende ad esagerare nel ricordo dei suoi talenti e delle sue qualità, ma chi ha conosciuto Roberto Riva, a partire dai suoi innumerevoli studenti, sa benissimo che non sto affatto esagerando. Roberto era un uomo di profonda cultura: lui che era nato con una formazione squisitamente tecnica appresa nel secondo dopoguerra, era oggi un uomo che sapeva di storia, di filosofia, di letteratura, d’arte, di musica e di una infinita serie di altre cose, e lo ha dimostrato. Un paio d’anni fa ha scritto un libro di grande successo, che si chiama La filosofia del cocktail. Questo libro non è uscito in una collana dedicata al suo settore professionale, come ci si aspetterebbe, ma è uscito in una prestigiosa collana di libri di filosofia. Non per caso, ma per merito.
Oggi, quando la notizia della sua morte si è diffusa nella nostra Azienda, sono arrivate decine di messaggi di cordoglio, e altri stanno ancora arrivando, inevitabilmente anche da persone che, lavorando in altre sedi, lo conoscevano solo di fama. Li riassumo tutti nello sconcerto e nell’amarezza che sono stati espressi dal Consigliere delegato alla Formazione Professionale della Provincia di Varese Mattia Premazzi, dal Presidente dell’Agenzia Formativa della Provincia di Varese, Rosa Ferrazzi, anche a nome del Consiglio di Amministrazione, e dal Direttore Generale Giuseppe Millefanti. Tutti loro conoscevano poco Roberto, lo avevano incontrato solo in brevi occasioni, ma tutti ne avevano percepito al volo le qualità, e oggi sono consapevoli del fatto che la nostra Azienda ha perso un insegnante insostituibile, e la sua famiglia un uomo esemplare.
Tuttavia, in questa gravità della perdita che abbiamo subito, c’è anche la più preziosa eredità che ci lascia Roberto. Chiunque prenderà il suo posto non potrà sostituirlo, questo lo sappiamo, ma chiunque verrà dopo di lui avrà un modello al quale ispirarsi e dal quale imparare.

I maestri servono anche a questo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Maggio 2020
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