Il primo anniversario dell’elezione, Puricelli: “Un anno impegnativo”
Dopo l'elezione a sindaco di Samarate il 27 maggio 2019, Enrico Puricelli tira le file di un primo anno difficile, tra il periodo del Bridge e il Coronavirus
A quasi un anno dall’elezione a sindaco di Samarate di Enrico Puricelli lo abbiamo intervistato per fare un piccolo bilancio di questo primo, intenso, mandato.
Bridge e Coronavirus. È stato un anno impegnativo, cosa provi a riguardo?
«È stato veramente un anno impegnativo. Essere eletto sindaco ed essere subito presidente del Cuv nel corso dei tre mesi del Bridge è stato veramente difficile, ma per fortuna ho avuto una grande collaborazione dagli altri sindaci, ce la siamo cavata abbastanza bene. Invece per il Coronavirus è stato inaspettato; è una cosa che non augurerei a nessuno perché sono stati tre mesi intensi. Mi sono preso la responsabilità di proteggere i miei cittadini con tutte le ordinanze e precauzioni. Abbiamo avuto nove decessi, che conoscevo tutti, e per la nostra città sono importanti. Fare il sindaco nel secolo della pandemia è difficile; si è dimenticato tutto in questi tre mesi: si è dimenticata la politica e tutto il resto, l’importante era la salute dei cittadini. Credo di aver svolto il mio dovere in modo egregio, si poteva fare meglio come in tutte le cose, però sono soddisfatto. Ci tengo a ringraziare anche le forze politiche di opposizione, che si sono astenute da qualsiasi polemica politica nel corso della quarantena».
Un progetto in fieri è sicuramente la palestra, che dopo anni vede una luce grazie allo stanziamento da parte del Ministero dell’Istruzione. Intendete confermarlo come progetto a breve termine oppure spostarlo all’anno prossimo?
«Purtroppo c’è un termine entro cui consegnare il progetto, che ha già subito una proroga. Questa amministrazione tiene tantissimo a questo progetto per le società sportive e tutte le attività sportive della cittadinanza. Abbiamo avuto 2,3 milioni di euro di contributo regionale e vogliamo portarlo a termine. Con i conti fatti mancherà qualcosa, cercheremo di integrare per completarla perché Samarate merita un’opera di questo genere».
Dopo la nomina – quasi un anno fa – di Eliseo Sanfelice, come ultimo presidente della Fondazione Montevecchio, il programma elettorale prevede la sua chiusura e il passaggio al comune. Quando avverrà?
«Spero il più presto possibile. Eliseo Sanfelice sta preparando il bilancio e metteremo l’associazione in liquidazione, com’è giusto che sia. Spero entro fine dell’anno che la Fondazione Montevecchio possa passare di nuovo al comune per poter farla rivivere con le nostre associazioni, che sono tantissime sul territorio. Tutti hanno voglia di fare qualcosa».
Il ritardo dell’approvazione del Piano di diritto allo studio è stato molto contestato dal mondo della scuola e dall’associazione genitori. Quest’anno cosa farete, c’è una variazione di bilancio rispetto a quanto?
«L’anno scorso è stato approvato in ritardo, ma forse lo abbiamo portato in consiglio comunale troppo presto, quando eravamo eletti da poco, per poi procedere con una variazione. Per quest’anno i fondi sono già stati stanziati, quindi il Piano di diritto allo studio sarà completo per l’inizio della scuola».
Nel corso del lockdown sei stato prudente, più sobrio forse di altri sindaci: la tua presenza è stata anche approvata dalle opposizioni. Qual è stato il tuo “piano d’azione”?
«Ho avuto la fortuna di avere dei cittadini prudenti: hanno ascoltato tutte le raccomandazioni fatte. Non ho avuto la necessità di mandare in giro i vigili a dare multe superflue, perché i samaratesi sono stati bravi in questo periodo difficile. Non ho avuto difficoltà in tal senso».
Quali saranno le priorità di questo secondo anno?
«Avendo la delega ai Lavori pubblici, sicuramente una priorità in assoluto – oltre alla palestra – è la riqualificazione di piazza Italia. Ci teniamo: è dal 2012 che se ne parla ma è arrivato il momento di concludere. Abbiamo già un primo lotto finanziato a bilancio, di cui grazie al contributo di 500mila euro di Regione Lombardia, potremo concludere i lavori».
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